Caso Portanova, parla la ragazza che l’ha accusato di stupro

Portanova

Il calciatore è stato condannato per stupro di gruppo

Manolo Portanova calciatore e figlio d’arte è stato condannato nei mesi scorsi per stupro di gruppo. Lui ha sempre professato la sua innocenza e ha offerto un risarcimento alla vittima.

Quest’ultima ha parlato in un’intervista concessa a La Stampa. Lei, studente 22enne, secondo il tribunale di Siena sarebbe stata picchiata e violentata da Portanova, il fratello, un cucino e un altro.

La donna spiega come avrebbe preferito vedere il Calciatore, non in campo (giocherà con la Reggiana) ma in un centro di recupero.

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«Sarebbe un percorso utile per tutti gli uomini in generale. In modo che imparino a mettersi nei panni di quelle che potrebbero diventare le loro vittime. l punto non è che Portanova giochi o meno. Questo risponde a meccanismi che hanno poco a che fare con i fatti di cui si discute. I regolamenti della Figc non si occupano di questo. Il problema è che chi gioca a calcio rappresenta un modello per il pubblico e ha una visibilità che bisognerebbe utilizzare con più responsabilità».

E poi sul risarcimento non ne vuole sapere nulla

«Il mio interesse nei suoi confronti è nato senza che io avessi la minima idea di chi fosse e che cosa facesse nella vita. Per altro, il suo nome non mi ha portato nulla di positivo. Non ho ottenuto niente da tutta questa storia. Anzi, qualcosa sì: solo dolore e lo stesso dolore lo vive la mia famiglia. A che pro avrei dovuto inventare? Non ho mai chiesto niente, accettato niente e voluto niente». Poi aggiunge: «che dica la verità una volta per tutte. Le mie lesioni sono state refertate al pronto soccorso all’indomani dello stupro. La sentenza di condanna si basa su queste, sui messaggi, sui video. I periti hanno stabilito che le lesioni sono compatibili con un rapporto non consenziente. In tribunale, io ho chiesto un confronto diretto con lui. Ma l’ha rifiutato».

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