Caso Emanuela Orlandi, dopo 39 anni si infittisce il mistero. Rese pubbliche la deposizione di Salvatore Sarnataro
A 39 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi il mistero sul suo rapimento sembra diventare sempre più fitto. Questa volta a far parlare del caso sono i verbali con la deposizione di Salvatore Sarnataro, padre di Marco, morto nel 2007 e uomo di fiducia della Banda della Magliana.
Secondo Salvatore Sarnataro a rapire Emanuela fu proprio il figlio dietro ordine boss Renatino De Pedis. La deposizione risale al 2008. È il quotidiano Repubblica che riporta stralci della deposizione di Darnataro: «Dopo aver lungamente riflettuto ho deciso di riferire quanto appreso da mio figlio Marco alcuni anni fa in relazione alla vicenda di Emanuela Orlandi – le sue parole messe a verbale – Poco tempo dopo il sequestro, ricordo che eravamo a Regina Coeli sia io che mio figlio. Quest’ultimo durante l’ora d’aria mi confessò di aver partecipato al sequestro dell’Orlandi».
Poi aggiunge che il Marco gli disse «che per diversi giorni, sia lui che “Ciletto” (Angelo Cassani, ndr) e “Giggetto” (Gianfranco Cerboni, ndr), pedinarono Orlandi per le vie di Roma su ordine di Renato De Pedis, da loro chiamato il “Presidente”. Mio figlio mi disse che dopo averla pedinata per alcuni giorni, ebbero da De Pedis l’ordine di prelevarla».
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Sarnataro racconta i dettagli del sequestro: «Marco mi riferì che l’avevano fatta salire su una Bmw berlina a piazza Risorgimento ad una fermata dell’autobus. La ragazza salì sulla macchina senza problemi. Almeno questo mi raccontò Marco. Mio figlio mi disse che erano stati sempre loro a prelevare la ragazzina non mi specificò se erano tutti e tre. Di certo c’era Marco e uno tra “Giggetto” e “Ciletto”, però potevano essere anche tutti e tre perché Marco usò l’espressione “l’abbiamo presa”. Quindi la condussero al laghetto dell’Eur dove li stava aspettando Sergio, che era l’autista e uomo di fiducia di De Pedis».
Poi conclude: «Stando al racconto di Marco, sia la ragazza che l’autovettura vennero prese in consegna da Sergio. Venni a sapere poi che mio figlio, per questa cortesia, ebbe in regalo una moto Suzuki 1100. Non mi ricordo se Marco mi disse chi gli avesse dato la moto, se Raffaele Pernasetti, oppure un’altra persona. Io non so davvero perché Marco decise di raccontarmi del suo ruolo nel sequestro dell’Orlandi, io compresi subito che stava passando un periodo di paura».
Se ormai è chiaro che Emanuela Orlandi fu rapita e da chi, quello che ancora non è chiaro è perché e cosa le è accaduto successivamente.
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