Brusca, Pietro Grasso: “le sue dichiarazioni hanno reso possibili condanne”

Brusca, Pietro Grasso le sue dichiarazioni hanno reso possibili condanne

Pietro Grasso, sulla scarcerazione di Brusca, scrive un lungo post su Facebook: “lo Stato ha vinto non una ma tre volte”

La notizia della scarcerazione di Giovanni Brusca, colpevole di oltre 150 omicidi, tra cui quello di Giovanni Falcone e del giovane Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido. All’indomani della notizia, tanta è l’indignazione e in molti, sia in ambito politico che civile hanno espresso il proprio pensiero. Tra questi c’è anche Pietro Grasso, stretto collaboratore di Falcone e Borsellino, che affida ad un post su Facebook, il proprio pensiero sulla questione:
“Non c’è nessuna forma di buonismo o perdono da parte mia nei confronti di Giovanni Brusca: oltre a tutto ciò che sapete, agli omicidi e alle stragi in cui ho perso colleghi e amici, avrei anche motivi strettamente personali per serbare rancore. Lui e altri collaboratori hanno raccontato, tra gli altri, due episodi che mi riguardarono direttamente: l’organizzazione di un attentato nell’autunno del 1993 che doveva farmi saltare in aria mentre andavo a trovare mia suocera a Monreale e la pianificazione del rapimento di mio figlio. Il dolore e la rabbia delle vittime e dei loro familiari lo comprendo e lo rispetto nel profondo. Eppure non vedo scandalo nella notizia di ieri, peraltro nota e attesa da molti anni”.
Rispondendo, dunque, alle tante manifestazioni di indignazione, Grasso pone l’accento su una questione diversa, ovvero sul fatto che con Brusca, lo Stato non ha perso: “Con Brusca, infatti, lo Stato ha vinto non una ma tre volte. La prima quando lo ha arrestato, perché era e resta uno dei peggiori criminali della nostra storia per numero di reati e ferocia. La seconda quando lo ha convinto a collaborare: le sue dichiarazioni hanno reso possibili processi e condanne e hanno fatto emergere pezzi di verità fondamentali sugli anni in cui Cosa nostra ha attaccato frontalmente lo Stato. La terza ieri, quando ne ha disposto la liberazione dopo 25 anni di carcere, rispettando l’impegno preso con lui e mandando un segnale potentissimo a tutti i mafiosi che sono rinchiusi in cella e la libertà, se non collaborano, non la vedranno mai“.

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Sulla protezione di Brusca da parte dello Stato ha detto Grasso: “Ora lo Stato dovrà proteggere Brusca: è un dovere perché è importante che Brusca resti vivo e possa andare a testimoniare nei processi. Oltre al punto morale c’è un interesse specifico, quasi egoistico, affinché le sue parole possano essere ripetute nelle aule di giustizia dove servono per condannare mandanti ed esecutori di omicidi e stragi”.
E sull’indignazione dei politici dice: “l’indignazione di molti politici che di codice penale e di lotta alla mafia capiscono ben poco mi spaventa. Se davvero facessero quello che dicono, ovvero ridurre gli sconti per chi collabora con la giustizia, diminuirebbe l’incentivo a pentirsi. Se a questo aggiungiamo che si sta cercando di limitare l’ergastolo ostativo, e lavorerò affinché questo non avvenga, potremo anche dichiarare chiuso il capitolo del contrasto a Cosa nostra. Al contrario, servono sconti di pena forti per chi aiuta lo Stato e prospettiva di ergastolo senza sconti per chi non collabora”.

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