Ligabue si racconta a tutto tondo: dalla pandemia, al ddl Zan e il futuro

Ligabue si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera dove ha svelato come ha vissuto il lockdown, gli effetti della pandemia, il ddl Zan e i progetti per il futuro

In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ligabue si è raccontato a tutto tondo: dalle difficoltà legate alla pandemia a come ha trascorso il lockdown, il ddl zan e i progetti per il futuro.

«Dalle mie parti si dice così, sto come in tre su una sedia. Scomodo. Come tutti del resto. Il mio mestiere acquisisce senso facendo i concerti, non farli toglie senso anche al vivere. L’astinenza è crudele» ha spiegato Ligabue, parlando dell’impossibilità di fare concerti.

Il cantante, infatti, ha dovuto rinviare due volte la festa-concertone a Campovolo per i 30 anni di carriera. Si è lasciato andare ai ricordi, svelando che ci sono tre Ligabue Day: «Il primo concerto: avevo 27 anni, non sapevo cosa avrebbe prodotto in me. Ho visto uno schivo diventare sfrontato. Poi ci metto il debutto a s. Siro del ‘97: una testimonianza di inconsapevolezza totale, non ho memoria di quel concerto, ero perso in un’altra dimensione. Infine Campovolo 2015, il più vicino all’idea di perfezione: in genere l’appagamento post show dura un giorno, quella volta una settimana». Nella vita privata, invece, il suo Luciano day «Sono stati la nascita dei miei due figli. Lenny è nato prematuro, con parto cesareo, durante le riprese di Radiofreccia. È arrivato dopo la brutta esperienza di un paio di figli persi con la mia ex moglie. Ricordo la tensione prima e il sollievo poi. E poi c’è stata Linda: 17 ore di travaglio, altro che l’intensità di 3 ore di concerto. Se nella vita devo scegliere, butto dalla torre i concerti».

Sul periodo vissuto in casa, Liguabue ha svelato che ha visto poco il figlio Lenny perché non vive con lui e la figlia Linda alle prese con la dad. Il retroscena inaspettato è il cantante che cucina ed è bravo nei «Fusilli lunghi, la mia pasta preferita, al pomodoro».

Sul ddl Zan, Ligabue ha una posizione ben precisa: «Da sempre credo che ognuno abbia il diritto di amare e di essere amato come e con chi gli pare. Quel diritto va protetto con ogni misura e attenzione possibile e qualsiasi discriminazione, offesa e violenza contro gay, donne, transgender o disabili va punita a dovere. Chi dichiara che se avesse avuto un figlio gay lo avrebbe bruciato nel forno si commenta da solo». Per il futuro, Ligabue vorrei vedere un concerto degli U2: «Sono un fan, ma l’ultimo tour non mi ha tirato dentro. Voglio farci pace».

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