Doping nel calcio, parla anche Walter Sabatini

Il direttore sportivo è intervenuto sul presunto caso di doping

Dopo le tragiche scomparse di Vialli e Mihajlovic molti ex calciatori, tra cui oggi anche Walter Sabatini, hanno avanzato dubbi su sostanze assunte, su ordini delle società in passato.

Cosa assumevano? Ci sono oggi ripercussioni? Molte le domande che si fanno tanti ex esponenti del mondo del pallone.

Oggi, Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma ma anche ex calciatore, ha parlato a La Stampa. Negli ultimi giorni ne hanno parlato anche Dino Baggio, Raducioiu e Brambati.

«Non era doping – sottolinea Sabatini – O almeno non era un doping prestazionale. Si cercava di migliorare la condizione. Con prodotti che in quel momento erano legali, ma presi in grande quantità»

E poi: «Le dosi eccessive possono aver portato a qualche problematica importante negli anni successivi. C’è stata una larghissima moria di giocatori».

Sabatini sul caso di Bruno Beatrice

Infine parla dell’ex calciatore Bruno Beatrice, ammalatosi un anno dopo il ritiro per una leucemia linfoblastica acuta.
Secondo quanto raccontato dalla moglie in passato aveva curato una pubalgia cronica con radioterapia con raggi x.
La procura iniziò ad aprire anche una indagine, ipotizzando il reato di omicidio preterintenzionale nei confronti dell’allenatore dei viola Carlo Mazzone visto che tanti calciatori della Fiorentina dell’epoca morirono.
Il caso è stato però archiviato essendo andato in prescrizioni.
Sabatini poi aggiunge: «Passavano i medici, ti facevano le punture e non sapevi quello che ti iniettavano. Mi facevo due iniezioni prima della partita senza domande», dice oggi Sabatini.

E poi parla di farmaci assunti: «Prodotti corroboranti. Per capirci, non parliamo di sostanze come l’Epo. Quando mi sentivo giù, andavo dal massaggiatore e gli dicevo “Dai, fammi un Neocromaton (farmaco per l’anemia, ndr)”. Era una cosa normale».

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