Saman Abbas, recuperato dal terreno il corpo. Ecco cosa accadrà ora

Saman Abbas

Saman Abbas, recuperato dal terreno il corpo. Ecco cosa accadrà ora e quali sono i nuovi sviluppi dell’inchiesta

Sono stati recuperati dal terreno i resti di quello che dovrebbe essere il corpo di Saman Abbas, la giovane pakistana, che si sospetta essere stata uccisa dai familiari per essersi opposta ad un matrimonio combinato in Patria.

Le operazioni di scavo, secondo quanto riferito da Il Corriere della Sera, sono state più veloci del previsto. All’inizio si temeva che bisognasse addirittura setacciare il terreno, ma poi gli esperti hanno trovato una situazione più facile.

I resti ritrovati sono stati repertati e inviati a Milano, al Laboratorio di antropologia e odontologia forense (Labanof), dove saranno analizzati per accertare sia l’identità della vittima, ma anche, eventualmente, le cause del decesso. Per quest’ultimo aspetto, uno dei cugini della giovane, attualmente in carcere, avrebbe confessato che Saman è stata strangolata dallo zio Danish, mentre lui e un altro cugino la tenevano ferma.

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Non finisce qui, poiché gli inquirenti hanno aperto un altro fascicolo d’indagine a carico di ignoti, per un filone parallelo dell’inchiesta. Secondo quanto riportato da Tgcom24, sul luogo di sepoltura sarebbero stati rinvenuti altri reperti: un mozzicone di sigaretta, pezzi di tessuto e due bottiglie. Secondo gli inquirenti è possibile che nella morte di Saman e nell’occultamento del cadavere siano intervenute altre persone.

L’analisi dei reperti è stata affidata al Ris, che dovrà confermare o smentire la presenza di altri soggetti oltre i cinque che fino ad ora si ritengono coinvolti nella vicenda, ovvero i genitori di Saman, lo zio Danish e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Il padre di Saman è in carcere in Pakistan, ma al giudice ha raccontato una versione che stride fortemente con quanto sappiamo fino ad ora. Ha detto Shabbar Abbas: “Mia figlia è viva, è in Italia, l’hanno presa in affidamento i servizi sociali italiani”. Perché abbia fatto questa affermazione non è chiaro, forse non sa che Danish ha indicato il luogo di sepoltura oppure sta mettendo in atto una sua strategia.

Tuttavia, a Quarto GradoRiziero Angeletti, legale dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia, in riferimento all’intercettazione del padre in cui dice: “Ho ucciso mia figlia, l’ho fatto per il mio onore”, commenta: “È difficile capire che cosa sia. È certamente penosa sotto ogni aspetto. Non è possibile neanche immaginare cosa si sia sviluppato intorno a questa mente così assurda. Ciò che oggi viene a raccontare, oltre a quello che già sappiamo, oltre quello che emerge dagli atti, le prove direi quasi inconfutabili, vogliamo discutere se si tratta di un mandante? Non è un mandante qualsiasi, se fosse mandante: è il padre”.

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