“Una storia d’amore e di desiderio” il film di Leyla Bouzid al cinema dal 25 marzo
“Una storia d’amore e di desiderio” il film sull’emancipazione sentimentale e sessuale di Leyla Bouzid al cinema dal 25 marzo
“Una storia d’amore e di desiderio” il film di Leyla Bouzid arriva nelle sale italiane dal 25 marzo grazie a Cineclub Internazionale Distribuzione.
Secondo lungometraggio della cineasta tunisina Leyla Bouzid, già alla regia del pluripremiato “Appena apro gli occhi – Canto per la libertà”, è stato presentato come film di chiusura alla 60° Semaine de la Critique del 74° Festival di Cannes.
Al centro della vicenda una storia che assume una risonanza forte e singolare nel presente, raccontando l’emancipazione sentimentale e sessuale che si raggiunge grazie all’educazione, agli studi che danno accesso alla cultura, all’amore per i libri e le parole. Protagonista è Ahmed, giovane francese di origini algerine, cresciuto in una banlieue parigina. Appassionato di letteratura, sceglie di studiare lettere alla Sorbona, anche se fin dall’inizio mette in dubbio la sua legittimità nel prestigioso Ateneo. Le domande legate alla sua identità aumentano con l’incontro con Farah, giovane tunisina vitale e appassionata: insieme scopriranno un corpus di letteratura araba erotica di cui non immaginava l’esistenza.
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“Volevo raccontare la storia di un giovane uomo che fatica a vivere con pienezza un sentimento d’amore” – spiega la regista Leyla Bouzid – “Ahmed è letteralmente sovrastato dal desiderio, ma cerca in tutti i modi di resistergli. È un ragazzo di cultura araba, perché è la cultura che conosco meglio, ed è pieno di dubbi, fragilità, difficoltà ad accettare i suoi slanci vitali. (…) Avevo questa necessità di esplorare la vita intima di Ahmed, filmare la sua parte di mistero, e cercare di comprenderla. La sua resistenza mi sembrava risuonare particolarmente in questo territorio periferico, in cui il sentimento amoroso è spesso attraversato da non detti. Là dove domina l’immagine di una virilità esacerbata, ho voluto dare un autentico spazio alla fragilità maschile e accordare una parte significativa alla sua sessualità.”
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