L’agguato in Afghanistan, Maria Grazia Cutuli: il ricordo del presidente Mattarella
Maria Grazia Cutuli: oggi ricorre l’anniversario della sua morte, avvenuta in un agguato in Afghanistan. Insieme a lei persero la vita tre colleghi: Fuentes, Burton e Haidari
Maria Grazia Cutuli era l’inviata del Corriere della Sera che è stata uccisa in Afghanistan vent’anni fa. Aveva 39 anni ed era di Catania. Una donna piena di entusiasmo e di passione per il suo lavoro, una donna coraggiosa e determinata, che ha perso la vita per raccontare la verità. A distanza di vent’anni dalla sua uccisione oggi – nel giorno dell’anniversario della sua morte – viene ricordata dalle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Qui il discorso di Mattarella:
«È sempre vivo in noi il ricordo di Maria Grazia Cutuli, vittima vent’anni or sono di un agguato brutale e spietato mentre con altri giornalisti percorreva le strade dell’Afghanistan per raccontare i giorni intensi e drammatici, in cui le milizie guidate dal mullah Omar venivano sconfitte e fuggivano da Kabul.
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Una banda di assassini spezzò la vita a lei e ai tre colleghi. Era una giovane donna coraggiosa, una giornalista di valore, con grande passione civile e carica umana. Lo testimoniano i suoi numerosi articoli dai luoghi delle guerre e delle grandi crisi umanitarie. Ne sono prova le stesse corrispondenze dall’Afghanistan per il Corriere della Sera, il suo giornale, fino all’ultima, scritta il giorno prima dell’assassinio, in cui riferì la scoperta di tracce di gas nervino in una base abbandonata da Al Qaeda».
L’agguato: 19 novembre 2001
Era il 19 novembre del 2001. Alle 5.30 del mattino il convoglio con otto vetture e venti giornalisti a bordo partiva da Jalalabad e si dirigeva verso Kabul. La Toyota Corolla con a bordo Maria Grazia Cutuli, lo spagnolo Julio Fuentes, l’autista afghano e l’interprete, apriva il convoglio. A seguire, sul secondo mezzo, viaggiavano l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari, entrambi corrispondenti della “Reuters”, l’autista e l’interprete. Dietro le altre vetture.
A Surobi, a circa settanta chilometri a est della capitale afghana, l’agguato: otto uomini armati bloccarono il cammino delle macchine e fecero scendere i quattro giornalisti e, facendoli allontanare dalla strada sino all’angolo sotto la montagna, aprirono il fuoco, uccidendo Maria Grazia Cutuli, Fuentes, Burton e Haidari.
«Maria Grazia Cutuli aveva attenzione per le parti più deboli della società e il suo sguardo non trascurava mai la condizione femminile. Quando già aveva iniziato l’attività giornalistica, collaborando con quotidiani e periodici, decise di partire come volontaria per il Ruanda con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani. Anche questo suo patrimonio aveva portato alla sua professione – prosegue il ricordo del presidente Mattarella -, che aggiunge: le recenti, dolorose vicende dell’Afghanistan ci hanno riportato alla mente e nel cuore il sacrificio di Maria Grazia Cutuli, il suo senso di giustizia, il suo credo nella libertà e nell’indipendenza dell’informazione. Il nostro Paese ha dato tanto per aiutare la crescita e per stabilizzare l’Afghanistan: quanto è stato fatto e testimoniato non andrà perso ma resterà come punto di ripartenza per un impegno di civiltà.
Maria Grazia Cutuli è un simbolo del giornalismo, in una stagione in cui tanti cronisti sono minacciati e la libertà stessa deve affrontare vecchie e nuove barriere. Senza un giornalismo libero, capace di osservare e narrare la realtà in cambiamento, senza un giornalismo che cerchi le verità senza pregiudizi, dando voce in questo modo al pluralismo vitale nelle società, saremmo tutti più poveri e meno liberi.»
Chi era Maria Grazia Cutuli
La giornalista era nata a Catania il 26 ottobre 1962. È stata uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001. Aveva 39 anni. Prima di intraprendere la carriera giornalistica, si era laureata con 110/110 e lode all’Università di Catania con una tesi in Filosofia su Spazio e potere di Michel Foucault.
Poi la carriera: Maria Grazia ha cominciato a scrivere nel 1986, collaborando con “La Sicilia”, e presso l’emittente televisiva Telecolor International, qui conduceva l’edizione serale del telegiornale. Poi il trasferimento a Milano, dove ha collaborato con la rivista “Marie Claire”. E non solo. Ha anche lavorato con contratti a termine per il mensile “Centocose” e per il settimanale “Epoca”. Alla chiusura della storica testata si è trasferita a New York, frequentando un corso di peacekeeping. Poi nel 1999 è stata assunta a tempo indeterminato alla redazione esteri del “Corriere della Sera”.
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