Eitan, parlano i legali del nonno: «ha agito di impulso» perché estromesso dal processo e preoccupato per la salute del bambino
Eitan è in Israele da sabato, sottratto dal nonno durante un incontro programmato. All’indomani delle dichiarazioni della zia materna, legale tutrice del bambino, parlano i legali del nonno: «ha agito di impulso».
La posizione del nonno non è affatto buona. Il Corriere della Sera, infatti, mette in evidenza anche la reazione dei media israeliani all’intera vicenda e informa che questi ultimi, citando “un parere legale governativo di esperti dei ministeri degli Esteri e della Giustizia” dichiarano che “portare Eitan Biran in Israele, contro la volontà del suo tutore legale, costituisce probabilmente un rapimento. Il documento valuta che sia stata violata la Convenzione dell’Aia, che il Paese ha adottato nel 1991. Secondo la legge, Israele deve fare tutto ciò che è in suo potere per restituire il ragazzo al suo tutore legale in Italia il più presto possibile“.
Leggi anche: EITAN È IN ISRAELE, MA COME HA FATTO IL NONNO A PORTARLO CON SÈ?
Sul nonno di Eitan pende l’accusa si sequestro di persona aggravato dalla minore età della vittima. Secondo i legali dell’uomo, il gesto è ascrivibile ad un’azione d’istinto, «dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato per le condizioni di salute del nipotino».
I legali dell’uomo, Sevesi, Carsaniga e Polizzi, hanno, inoltre, dichiarato che «le azioni di prepotenza sono sempre sbagliate» ma invitano le persone a mettersi «nei panni di un signore che in terra straniera perde cinque famigliari tragicamente, al quale i medici non parlano e gli avvocati dicono che il procedimento civile di tutela di Eitan è stato fatto in modo sommario» e concludono: «noi ci impegneremo perché vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna e confidiamo che Shmuel ritorni ad avere fiducia nelle istituzioni italiane».
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.