Triplice omicidio di Roma, collegamenti con altri «cold case» registrati negli anni passati sempre nella Capitale
I tre omicidi registrati nei giorni scorsi nel quartiere Prati di Roma hanno sconvolto la Capitale. In breve tempo, gli investigatori sono riusciti a individuare il colpevole e ad assicurarlo alla giustizia. Le indagini sulle abitudini dell’assassino, Gianvito De Pau, e sulla dinamica degli incidenti sono ancora in corso e grazie alle analisi delle immagini riprese dalle telecamere nascoste, non si esclude che l’assassino seguisse una sorta di rituale.
Tuttavia, oggi si affaccia all’orizzonte una ipotesi ancora più inquietante. A parlarne è Il Corriere della Sera, che informa sul fatto che le indagini stanno avanzando anche in un’altra direzione e indietro nel tempo.
Sarebbero, infatti, emerse delle affinità con altri omicidi di prostitute avvenuti in passato a Roma. In particolare, l’attenzione degli inquirenti sai starebbe concentrando su due casi irrisolti. Il primo risale al febbraio 2010 e avvenne in via Pietro Rovetti, a Torpignattara. Qui fu rinvenuto il cadavere di una donna cinese di circa 30 anni, strangolata e incastrata nel giaciglio.
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Il secondo risale al 2009 in via Squillace, zona Capannelle. Qui Laura Zambani, 55 anni, fu massacrata con un tubo di ferro. Inoltre, gli investigatori stanno vagliando anche sulla morte di una ragazza nigeriana, senza nome, uccisa con sette coltellate circa 10 anni fa su via Aurelia e poi gettata in una vicina discarica.
La lista sarebbe molto lunga e potrebbe essere collegata ad un serial killer, mai catturato, e che ha ucciso almeno “4 donne della Nigeria e del Ghana, tra l’estate e il Natale del 2001: «È solo l’inizio», annunciò un misterioso interlocutore al centralino della Questura”.
In questo caso il confronto con il Dna di De Pau potrebbe essere fondamentale per la risoluzione dei casi.
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