Trattativa Russia-Ucraina si conclude con un nulla di fatto. Il presidente Zelensky confisca i beni russi in Ucraina
Nessun progresso è stato fatto nell’incontro tra i ministri degli Esteri russo e ucraino ad Antalya in Turchia. Secondo la delegazione di Kiev si è fatto il possibile per «trovare una soluzione diplomatica». Kuleba ha anche detto che l’Ucraina «non si arrenderà». «Non possiamo fermare la guerra se la Russia non vuole», ha detto Kuleba al termine dell’incontro, ma è fondamentale garantire i corridoi umanitari. «Insisto: la Russia deve immediatamente ritirare le proprie forze dalle centrali nucleari di Chenobyl e Zaporizhzhia per evitare un disastro in Europa».
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Per il russo Lavrov nell’incontro si è discusso «di questioni umanitarie» e della volontà di «trovare una soluzione». Inoltre, Lavrov ha parlato della pericolosità della fornitura di armi all’Ucraina «Nel Paese si è creata una situazione di minaccia a Mosca. Coloro che riempiono l’Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni… Nessuno zio Sam distruggerà l’economia russa e non credo ci sarà una guerra nucleare».
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Intanto, in Russia continua l’esodo delle aziende. Oggi Sony e McDonald’s hanno deciso di non rimanere più in territorio russo, mentre per quanto riguarda le produzioni, Putin sta valutando la nazionalizzazione di alcune aziende in fuga dal Paese.
Il presidente Zelensky, invece, ha firmato la legge che confisca i beni ai russi sul territorio ucraino, la quale «viene effettuata senza alcun compenso (rimborso) del loro valore, data la guerra aggressiva su vasta scala condotta dalla Federazione Russa e condotta contro l’Ucraina e il popolo ucraino».
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