Trasferita in carcere la donna che ha ucciso la figlia 13enne a Silì. Deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario
Per Monica Vinci, la donna che poco più di dieci giorni fa ha ucciso la figlia Chiara, 13enne, è stato predisposto il trasferimento nel carcere di Uta, in provincia di Cagliari.
Secondo quanto riportato da Today.it, la donna “non reagisce agli stimoli ed è in uno stato di incoscienza”. Dopo aver ucciso la figlia, la donna ha tentato di togliersi la vita, gettandosi lanciandosi dalla finestra del primo piano della propria abitazione. I traumi della caduta non sono risultati mortali.
Attualmente, è stata trasferita nel centro clinico dell’istituto penitenziario. Non ancora è stato possibile interrogarla proprio a causa delle sue condizioni psico-fisiche. Contro di lei l’accusa è di omicidio volontario.
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L’autopsia sul corpo della giovane ha escluso la morte per soffocamento. La 13enne è morta in seguito alle trenta coltellate ricevute, alcune delle quali hanno raggiunto il ventre e alcuni organi interni. Altre coltellate a braccia e mani, evidenzierebbero il tentativo della giovane di difendersi.
A far scattare l’ira della donna, che in passato ha sofferto di depressione, potrebbe essere stata la possibilità che la giovane andasse a vivere con il padre. Negli ultimi tempi “la ragazza si era avvicinata di nuovo al padre – ha detto l’avvocato Filippo Cogotti, che assiste il padre Piero Carta – ed era nostra intenzione ad aprile, quando sarebbero decorsi i termini per il divorzio, presentare una nuova istanza di affido. Ma c’è anche dell’altro: Chiara al compimento dei 14 anni, il prossimo 24 marzo, avrebbe potuto esprimere la sua preferenza davanti al giudice e decidere se stare con la madre o con il padre”.
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