Tennis, Djokovic nella bufera: questa volta c’entra il Kosovo

Polemica per una dedica del tennista

Torna nelle bufera il tennista serbo Novak Djokovic e questa volta non per il caso vaccini. Il campione è impegnato con le sfide del Roland Garros, iniziato da qualche giorno.

Dopo il passaggio di turno e la vittoria contro  lo statunitense Aleksandar Kovacevic su una telecamera ha: «Il Kosovo è il cuore della Serbia. Fermate le violenze».

A rispondergli però la ministra dello sport  francese Amélie Oudéa-Castéra il commento è «Non appropriato, militante e molto politico».

Il Kosovo si è dichiarato indipendente nel 2008 ma non viene riconosciuto così dal governo serbo. Da Giorni sono riprese manifestazioni da parte di diversi sindaci e di di verse minoranze.

La Federazione del tennis ha chiesto una sanzione che però, visto che non c’è un divieto che riguarda i messaggi politici, non può essere applicata.

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In conferenza stampa Djokovic si è così giustificato: «È il minimo che avrei potuto fare. Sento la responsabilità come personaggio pubblico – non importa in quale campo – di dare il mio sostegno. Soprattutto come figlio di un uomo nato in Kosovo, sento il bisogno di dare il mio sostegno al nostro popolo e all’intera Serbia. La mia posizione è chiara: sono contro le guerre, la violenza e qualsiasi tipo di conflitto, come ho sempre detto pubblicamente. Comprendo tutti, ma la situazione con il Kosovo è un precedente nel diritto internazionale».

Già a inizio torneo c’erano state tensioni quando l’ucraina Marta Kostyuk si è rifiutata di stringere la mano all’avversaria bielorussa Aryna Sabalenka al termine del match.

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