DOPO UNA LUNGA MALATTIA È MORTO GERNOT LANGES-SWAROVSKI. A LUI IL MERITO DEL SUCCESSO MONDIALE DELL’AZIENDA FAMILIARE DI GIOIELLI
È morto, dopo una lunga malattia, Gernot Langes-Swarovski. Il ‘re dei cristalli’, come era stato definito per il successo della sua azienda, aveva 78 anni e da 35 anni era alla guida di Swarovski, decretandone il successo e la crescita continua.
La storia dell’azienda Swarovski va di pari passo con l’haute couture. Quest’ultima nacque verso la metà del XIX secolo, qualche anno prima della nascita di Swarovski, che avvenne nel 1895. “Da allora – si legge sulla pagina Facebook ufficiale di Swarovski – i nostri cristalli hanno conquistato l’attenzione del mondo della moda, portando a collaborazioni durature che celebrano la creatività e il design. Tra le tante, la più significativa è stata quella con la Maison Dior”.
Gernot Langes-Swarovski, nato Wattens in Austria il 13 ottobre 1943, era il pronipote di Daniel Swarovski, fondatore dell’azienda, il quale ebbe l’intuizione di dare vita ad una macchina che producesse gioielli i quali, per luminosità, erano simili ai diamanti, ma che diamanti non erano e per questo molto più economici. Il percorso di Gernot Langes-Swarovski in azienda inizia molto presto: a 24 anni entra nel Consiglio di Amministrazione, apportando una trasformazione che ha reso l’azienda Swarovski un brand a livello globale.
Alla sua guida illuminata si hanno l’apertura negli anni ’80 del primo punto vendita a New York e del museo di André Heller, la Swarovski Kristallwelten a Wattens. In Austria Gernot Langes-Swarovski era molto amato e il paese gli ha riconosciuto molti meriti, conferendogli numerose onorificenze. Inoltre, l’imprenditore era stato anche presidente della squadra di calcio FC Swarovski Tirol e fondatore di una compagnia aerea, la Tyrolean Airways, e grande appassionato di vini: possedeva diversi vitigni in Cina e Argentina.
Oggi l’azienda, che possiede 2.800 negozi in 170 Paesi con oltre 27 mila dipendenti, è diretta dal figlio Markus, che già da qualche anno, proprio per le precarie condizioni di salute del padre, porta avanti il successo aziendale.
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