Sul numero di Chi, Manuel Bortuzzo e Aldo Montano raccontano la loro amicizia
Sul numero numero di Chi, Manuel Bortuzzo e Aldo Montano parlano della loro amicizia, nata nella Casa del GfVip
Sul numero di Chi in edicola domani Manuel Bortuzzo e Aldo Montano parlano della loro amicizia, nata nella Casa del GfVip. Il nuotatore, che è costretto da tre anni su una sedia a rotelle dopo essere stato raggiunto per errore da un proiettile, era la vera sfida del reality, e ha trovato nell’affetto del campione di scherma una spalla solida. «Parlando della disabilità avevo detto, come provocazione: “Il “Grande Fratello” sarebbe un posto bellissimo per trattare determinati argomenti, perché quello che succede lì viene ascoltato da tutti”. Il giorno seguente mi ha chiamato Alfonso Signorini: “Ti voglio come concorrente ufficiale”. Non vedevo l’ora di conoscere Aldo, quando l’ho abbracciato ho sentito la sua forza, ho visto il suo sorriso e mi sono detto: “Wow, qui dentro ho un fratello, una spalla”. E così è stato».
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Montano, che è abituato a controllare le emozioni, spiega perché si sia commosso sentendo Manuel cantare al pianoforte “Sogni appesi” di Ultimo nella Casa. «Non avevo mai pianto prima, ma quello è stato un viaggio dentro di me», spiega il campione, «vedere questo ragazzo, Manuel, che lotta, che tiene duro, che ti fa vedere il suo lato più fragile, mi ha emozionato. Ti fa incazzare pensare che un ragazzo a 22 anni debba affrontare una vita non programmata, ma lo fa con grande forza. Io non so se avrei avuto la stessa energia, è quello che mi ha sciolto le lacrime. Mentre suonava il piano ho sentito il suo dolore ed è stato toccante. Mi sono sentito indifeso davanti a quello che la vita gli ha messo davanti».
Manuel, invece, ha imparato a condividere il dolore. «Prima mi isolavo, avevo bisogno di potercela fare da solo come facevo a casa mia, quando passavo pomeriggi interi in camera. Ma nella Casa del GfVip non potevo farlo: ho imparato che è utile tirare fuori il dolore e condividerlo con le poche persone che ti vogliono bene, perché non devi essere capito, ma aiutato. È difficile per gli altri comprendere ciò che provi, però un abbraccio o un bacio ti fanno stare bene». «Quando tutti ballavano, pensavo che avrei voluto vivere il GfVip a 360 gradi come gli altri, mi mettevo da parte e mi sentivo a disagio: non sapevo cosa fare, ero in imbarazzo perché erano situazioni che non potevo evitare come facevo nella vita, ma ci sono persone che mi sono state vicine e hanno cercato di coinvolgermi, così ho superato anche quell’ostacolo».
Dell’amore con Lulù Selassiè, dice: «Lulù mi ha capito, in lei ho visto una ragazza che ha bisogno di tanto affetto, di tanto contatto. Le ripetevo “Mi dispiace” perché ero abituato a dare poco, ma non voleva dire che fossi segnato a vita: una volta che abbiamo fatto il passo in avanti, ho scoperto di essere io quello che non si stacca più».
Del futuro Manuel dice: «Ho ritrovato un po’ di colore, i miei sogni appesi sono quelli di sempre: vincere le Olimpiadi e stare bene. Mi piacerebbe molto allenarmi insieme con Aldo a Roma per le prossima Paralimpiadi, magari lui viene con me in piscina e poi io salgo su a tirare di scherma». E Montano: «Se a Manuel piacesse la scherma, oltre al nuoto, sarei più che felice, mi farei in quattro per dargli una mano, gli metterei a disposizione tutto il mio bagaglio. In ogni caso ci vedremo, difficilmente si potrà staccare da me!».
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