Processo Impagnatiello, la testimonianza shock della 23enne con cui aveva una relazione

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Processo Impagnatiello, la testimonianza shock della 23enne con cui l’assassino di Giulia Tramontano aveva una relazione parallela

È in corso la terza udienza del processo contro Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano incita del loro figlio Thiago. In aula la testimonianza della 23enne, protetta da un paravento, con cui Impagnatiello aveva una relazione clandestina e parallela. Nella sua deposizione, riportata dal Corriere della Sera, la giovane, italoinglese ed ex collega di lavoro di Impagnatiello, ha raccontato della sua gravidanza e il successivo aborto e la scoperta dell’altra relazione, quella con Giulia.

La giovane ha raccontato anche del falso test del Dna con cui Impagnatiello aveva cercato di convincerla che il figlio di Giulia non fosse suo: «Mi ha dato il test in una bustina – ha spiegato la 23enne -. Ho capito subito che fosse falso, poi infatti ho trovato il file excel usato per crearlo». 

Impagnatiello le aveva raccontato che Giulia era «bipolare» e che «voleva uccidersi» e per questo era costretto a starle vicino. Poi ha aggiunto: «Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo». Quindi il confronto con Impagnatiello e la chiamata a Giulia: «Ero convinta perché ho detto “prima di partorire lei deve sapere chi ha davanti”. Lui mi ha detto “chiamala se non mi credi”, ma io avevo già intenzione di farlo».

Poi «Lui ha scoperto che l’avevo sentita ed era inc… con me, perché aveva capito che era finita». «Entrambe volevamo che lui partecipasse all’incontro ma lui è uscito prima dal lavoro per non farlo».

Dopo l’incontro, ci sono stati altri messaggi con Giulia, ma dai toni diversi, perché a scrivere era l’assassino. Giulia era già morta. Impagnatiello tentò anche di incontrare la 23enne: «Mi diceva di volermi vedere, di venirmi a prendere al lavoro. Ma io non volevo salire in macchina con lui. Così mi ha portato a casa un collega. Ho visto che mi stava aspettando alla fermata del tram. Ma sono entrata in casa facendo un’altra strada. Continuava a chiamarmi e a chiedermi di farlo entrare. Alla fine mi ha chiesto di parlare dalla finestra. Ho accettato». «Era molto agitato. Gli ho dato un quarto d’ora. Ha continuato a negare tutto. Poi è andato via. Durante la conversazione ha chiesto ancora di entrare ma ho risposto di no», continua la 23enne.

Il giorno dopo si rivedono al lavoro. Il barman 30enne aveva finito il turno, intorno alle 16. La 23enne stava bevendo un caffè con alcune colleghe. «Quel pomeriggio ho notato dei guanti in lattice che uscivano dallo zaino. Ho fatto una foto, era qualcos’altro per farmi preoccupare ancora».

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Sarà ascoltata anche la madre di Giulia, Loredana Femiano, e anche la mamma e il fratello di Alessandro Impagnatiello, che potrebbero però astenersi dalla deposizione. La legale di Impagnatiello, Samanta Barbaglia, ai cronisti che chiedevano della perizia psichiatica dice: “Saranno sentiti i nostri consulenti, lo psichiatra e lo psicologo che fanno perizia e da lì capiremo cosa fare. Impagnatiello è molto provato dalla situazione, non finge, si vede la sua situazione interiore. Arriverà il momento per capire cosa è successo”.

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