Processo Ciro Grillo, l’interrogatorio alla vittima: «Un’udienza da Medioevo»

Processo Ciro Grillo, l’interrogatorio alla vittima: «Un’udienza da Medioevo». Il legale della vittima contro la difesa

«Un’udienza da Medioevo», così l’ha definita l’avvocato di Dario Romano, il legale che assieme a Giulia Bongiorno difende la ragazza che ha accusato Ciro Grillo e i suoi tre amici di violenza sessuale. Il legale punta il dito contro l’interrogatorio fatto in aula alla vittima. Le domande poste da Antonella Cuccureddu, la legale che assieme a Gennaro Velle difende Francesco Corsiglia, uno degli imputati.

Le domande poste dalla legale sono state riportate dal Corriere della Sera: «Perché non era lubrificata?», «come ha fatto Corsiglia a togliere gli slip?», «perché non ha urlato?», «perché non ha usato i denti?», «perché non si è divincolata?», «lei ha sollevato il bacino?», «Ci può chiarire come ha fatto l’imputato a toglierle le mutande?».

Al termine dell’udienza, ai giornalisti l’avvocata Cuccureddu ha detto: «Discutiamo di una violenza sessuale e non c’è niente di intimo in una violenza sessuale». «Nemmeno se le domande rischiano una vittimizzazione secondaria della ragazza?», le è stato chiesto. La legale ha risposto: «La vittimizzazione parte dal presupposto che ci sia una vittima e il processo si fa per accertare se c’è una vittima». Poi ha sottolineato: «Ma ripeto: io sto solo difendendo il mio assistito. Ho posto domande già poste da altri e sulle quali ho fatto poi delle contestazioni. E lei ha risposto con una serie impressionante di “non ricordo”».

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«La ragazza ha detto chiaramente che quel giorno si sentiva una preda», replica il legale della vittima, che conclude: «La testimone è a disposizione del Tribunale, ovviamente nel rispetto della sua persona. Si vedrà ciò che accadrà in udienza. Sicuramente c’è una vittima che va rispettata e in questo senso ci comporteremo».