Pilar Fogliati: attrice per scelta, donna per diritto

Le parole dell’attrice

Un’infanzia trascorsa in campagna, l’adolescenza vissuta con spirito ribelle, il cuore pieno di gratitudine verso le madri e le nonne che hanno lottato per i diritti di cui oggi lei – e tante altre – possono godere. Pilar Fogliati, volto rivelazione del cinema italiano, si apre in una lunga intervista concessa a Vanity Fair, protagonista del nuovo numero del magazine.

Reduce dal successo della serie FolleMente e dal debutto come regista con Romantiche – opera che le è valsa un Nastro d’Argento – Pilar parla a cuore aperto di radici, donne, libertà e futuro.

«Siamo il frutto di ciò che le nostre madri hanno imparato o subito dalle nostre nonne», racconta. «È anche per loro se oggi posso fare l’attrice, non sono sposata, non ho figli e non so se vorrò averne. Qualcuno mi giudica ancora, certo. Ma io posso contare su diritti per cui non ho combattuto, e sono consapevole che ce ne sono ancora tanti da conquistare».

Uno sguardo sulle nuove generazioni

Fogliati osserva con ammirazione i giovani di oggi: «In molte cose sono avanti a noi. Hanno abbandonato il concetto rigido di giusto e sbagliato, dando valore alla libertà individuale. I ragazzi di oggi si pongono domande importanti, anche sul patriarcato. È un processo lungo, ma è iniziato. Quando ero più giovane ho vissuto relazioni che oggi definirei non sane: mai violente, ma qualcosa non andava. Un ex mi disse: “Ti aspetto sotto casa, voglio vedere con chi torni”. Questo basta per capire».

Il peso (invisibile) delle aspettative

Sui suoi coetanei e la pressione sociale, è lucida: «Siamo la generazione del “se ci sposeremo, lo faremo tardi, se avremo figli, lo stesso”. Abbiamo compreso l’importanza della salute mentale, sappiamo che una famiglia può avere forme diverse, e che si può essere completi anche senza figli. Eppure, quella pressione la sentiamo ancora. Forse perché è dentro di noi».

La politica e la libertà di scegliere

Netta anche la sua posizione sulla politica: «Non si fa politica dicendo alle donne che devono fare figli. La politica deve garantire libertà, non imporre modelli. Una donna può volere un figlio, o no. Deve essere libera di scegliere. E invece nel 2024 ci ritroviamo ancora a discutere di aborto. È assurdo. Nessuno dovrebbe decidere sul corpo delle donne».

L’amore e le domande eterne

Da cinque anni è legata a Severiano Recchi, romano, lontano dal mondo dello spettacolo. «Il mio lavoro mette a dura prova i rapporti. Alla fine, resta sempre la stessa domanda: come si fa a stare bene in una relazione nel tempo? È la domanda eterna degli esseri umani».

La maternità e il tempo personale

Quando si parla di maternità, Pilar è onesta: «Non ho una risposta chiara. La pressione più forte, in fondo, è quella che mi do da sola. Alle battute degli zii a Natale rido, ma dentro qualcosa rimane. Forse è normale, sono retaggi che ci portiamo dietro. Ma ognuno ha il suo ritmo. E la sua storia».

Donne che camminano insieme

Guardando al cinema italiano, riconosce con entusiasmo l’ascesa delle donne: «Mi piace che sempre più donne raccontino storie con il proprio sguardo e che riescano a incassare. Penso a Paola Cortellesi, Valeria Golino, Micaela Ramazzotti, Greta Scarano. Sono otto anni che faccio questo lavoro e vedo crescere un movimento. Mi viene in mente Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo: mi immagino tutte noi, donne, che camminiamo insieme verso il futuro».

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