Audrey Diwan vince il Leone d’Oro a Venezia 78, chi è la regista francese?
Audrey Diwan, regista di L’événement ha vinto il Leone d’Oro a Venezia 78. Conosciamo meglio questa regista francese di origini libanesi
L’événement di Audrey Diwan vince il Leone D’Oro alla 78ma Mostra dell’arte cinematografica di Venezia. A ritirare il prestigioso premio è stata la regista francese visibilmente e emozionata, ma chi è Audrey Diwan? Scopriamolo insieme.
Classe 1980, Audrey Diwan è una sceneggiatrice, scrittrice e regista francese di origini libanesi. Dopo aver studiato giornalismo e scienze politiche, inizia la sua carriera di redattrice freelance alle Éditions Denoël, dove si appassiona alla scrittura. A 23 anni inizia a scrivere di società e cultura sulla famosa rivista Glamour, restandovi per nove anni. Successivamente insieme a Aude Walker fonda la versione francese del settimanale Stylist.
Con il cinema entra in contatto quando TF1, ovvero un canale televisivo francese, le chiede si sceneggiare un film per la Tv. La richiesta arriva dopo che la Diwan si è fatta notare con il suo primo romanzo di fiction, pubblicato nel 2007. In questo contesto conosce il regista Cédric Jimenez, che diventerà suo marito. Da quel momento la Diwan co-sceneggerà tutti film del marito, ottenendo importanti riconoscimenti come la candidatura ai premi Lumière per il copione di French Connection (2014), fino a vincere il Leone d’oro alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
L’Événement è il suo secondo lungometraggio da regista, il primo è del 2019 e si intitola Mais vous êtes fous.
Non si conosce molto della sua vita privata, ma di sicuro è molto vicina alle cause sociali e delle donne, visto il contenuto del suo ultimo film, che tratto da un libro di Annie Ernaux, racconta la storia di una studentessa universitaria francese che nel 1963 vive in un contesto in cui l’aborto era clandestino e le donne, chiunque le aiutasse, rischiavano il carcere. A proposito della storia ha detto la regista: “Quando ho deciso di realizzare l’adattamento di L’événement di Annie Ernaux, ho cercato di trovare il modo per catturare la natura fisica dell’esperienza, di tenere conto della dimensione corporea del percorso. La mia speranza è che l’esperienza trascenda il contesto temporale della storia e le barriere di genere. Il destino delle giovani che hanno dovuto ricorrere a questo tipo di operazioni è rischioso, insopportabile. Tutto quello che ho fatto è stato cercare la semplicità dei gesti, l’essenza che potesse veicolarlo”.
Il film uscirà anche in Italia, ma con il titolo “12 settimane”.
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