Pechino 2022, miracolo Goggia: a 23 giorni dall’infortunio arriva la medaglia

Una vera e propria impresa: bronzo per Nadia Delago

L’Italia si sveglia con l’impresa, titanica, di Sofia Goggia. Nella discesa olimpica ai Giochi di Pechino 2022, l’azzurra, a 23 giorni dalla caduta di Cortina si mette al collo un argento.

Argento vivo, come dice la bergamasca, accompagnato anche dal podio, il primo della carriera, di Nadia Delago, incredula della sua medaglia.

Una sfida vinta contro tutti etutti, contro la sfortuna, contro chi diceva di rinunciare e contro se stessa. Nei momenti bui si è affidata alla fede e alla fiducia che ha nei suoi mezzi.

Una medaglia insperata e impensabile alla vigilia. La Goggia si è piazzata dietro alla svizzera Suter, l’unica in grado di fare meglio.

Non a caso dopo essere salita sul podio la bergamasca ha raccontato tutte le sue emozioni non nascondendo la fatica e il dolore provato.

Non sono mancati momenti di crisi e momenti in cui anche lei stessa ha quasi smesso di crederci.

“Dedico questa medaglia a me stessa, perché al cancelletto c’ero io, e a tutte le persone che ci hanno creduto e che mi hanno presa per mano in questo percorso che dopo Cortina sembrava andato in fumo. Questa medaglia ha un valore incredibile. Il momento più difficile? Il lunedì dopo l’infortunio e quando qui a Pechino ho rimesso gli sci ai piedi, perché sapevo avrei dovuto far una progressione enorme e avevo quasi paura anche in campo libero di fidarmi della mia gamba, di fidarmi di me stessa nuovamente”.

E poi: “Io credo di esserci arrivata con la forza di volontà. Penso di aver avuto una progressione incredibile sia a livello fisico che sugli sci, perché serviva il coraggio di buttarsi da una discesa nuova, dopo Cortina, senza mai essere andata ancora veloce e farlo con questa scioltezza non penso fosse da tutti. Io ci ho veramente creduto, anche nelle giornate più buie. Da dicembre 2020 ero imbattuta nella disciplina, stavo disputando una grande stagione anche in superg e farmi male a così poco dall’evento mi ha fatto rivivere i fantasmi della stagione passata sapendo che l’Olimpiade c’è ogni quattro anni. Ci ho creduto veramente, sennò non ce l’avrei fatta”.

Infine conclude Sofia Goggia: “Per il valore soggettivo è l’impresa più bella della mia carriera, per il valore della medaglia no, ma per quello che significa per me sì. Ringrazio i medici perché penso siano stati anche tacciati di pazzia per avermi rimesso sugli sci (ride ndr). Si son presi responsabilità allucinanti ma visto che ho sempre preso le loro parole come vangelo: infatti 12 giorni dopo ero sugli sci”.

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