Parità salariale tra uomo e donna è legge, il voto favorevole del Senato. La legge che riduce “gender pay gap” entra in vigore il 1° gennaio 2022
Dopo il voto favorevole della Camera dei Deputati, anche il Senato, all’unanimità, ha votato in favore della parità salariale tra uomo e donna in ambito lavorativo.
La modifica al decreto legge è stata presentata dalla deputata Chiara Gribaudo, che ha espresso piena soddisfazione per il raggiungimento dell’obiettivo: “Quella di oggi è una giornata di festa per tutte le donne”. Al Senato la legge è stata sostenuta dalla senatrice Valeria Fedeli.
#ParitàRetributiva. In Commissione Lavoro, martedì 26 ottobre, via libera in sede deliberante a ddl n. 2418, già approvato dalla Camera → https://t.co/3GGTZcAJsu pic.twitter.com/HAtLfxbA6g
— Senato Repubblica (@SenatoStampa) October 27, 2021
Susy Matrisciano, presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama, ha così commentato su Twitter: “Il via libera appena ricevuto dalla Camera al Testo unificato sulla #paritasalariale uomo-donna è un passo sostanziale verso la parità di genere e troverà una sponda forte in #Senato, dove auspico che l’esame del provvedimento, in seconda lettura, possa procedere spedito“.
Il via libera appena ricevuto dalla Camera al Testo unificato sulla #paritasalariale uomo-donna è un passo sostanziale verso la parità di genere e troverà una sponda forte in #Senato, dove auspico che l’esame del provvedimento, in seconda lettura, possa procedere spedito.
— Susy Matrisciano (@MatriscianoSusy) October 13, 2021
Agi riporta la dichiarazione di Gribaudo e Fedeli sugli obiettivi della modifica legislativa: “Nel merito la legge si basa su due capisaldi fondamentali: rispetto della parità di genere in tutte le scelte che riguardano lavoratrici e lavoratori e trasparenza: le aziende sopra i 50 dipendenti dovranno infatti compilare un rapporto sulla situazione del personale che conterrà molti indicatori, dai salari agli inquadramenti, dai congedi al reclutamento. L’elenco delle aziende che trasmetteranno il rapporto, e quello di chi non lo trasmetterà, sarà pubblico, e i dati saranno consultabili dai lavoratori, dai sindacati, dagli ispettori del lavoro, dalle consigliere di parità con sanzioni fino a 5mila euro per mancata o fallace trasmissione dei dati“. La legge, destinata a ridurre il “gender pay gap” entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022.
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