Omicidio Francesco Pio Maimone: “Ora vogliamo giustizia. Non si può perdere un figlio così”

Omicidio Francesco Pio Maimone Ora vogliamo giustizia. Non si può perdere un figlio così

Omicidio Francesco Pio Maimone, una familiare: “Ora vogliamo giustizia. Non si può perdere un figlio così”

L’omicidio del diciottenne Francesco Pio Maimone di Pianura (Napoli), avvenuto a Mergellina, sembra essere inspiegabile. Il padre Antonio e la mamma, Tina Napoletano, non si danno pace, mentre al Corriere della Sera, la signora Monica D’Angelo, ex moglie del padre della vittima, ricorda la vitalità del giovane e di come tutti vivessero in armonia in famiglia.

Dice la donna: «Pio lo studio non l’ha mai amato, in primo superiore ha lasciato la scuola. Ma ha sempre lavorato, sempre. Prima della pizzeria ha fatto il fabbro, ha raccolto la spazzatura nei condomini, si è dato da fare». Francesco Pio era appassionato di calcio, non aveva la fidanzata, «ma era molto corteggiato, perché era solare, simpatico».

C’è molta incredulità sulla sua morte, perché il giovane era un bravo ragazzo, «era anche pauroso. Se vedeva il sangue si impressionava e il primo pensiero, la speranza, quando stanotte ci hanno detto che c’era stata una sparatoria, è stato che potesse essere svenuto per lo spavento». Poi aggiunge: «Mi aveva detto quando torno ti porto un cornetto, voleva solo stare un po’ con gli amici. Ora vogliamo giustizia. Non si può perdere un figlio così», conclude la donna, che tiene anche a precisare come il giovane fosse serio.

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Dice sempre al Corriere della Sera Monica D’Angelo: «Lo amavo come un figlio, l’ho amato dal giorno in cui è nato. Pio era impossibile non amarlo. Era buono, allegro, disponibile. La prego lo scriva, bisogna raccontare chi era. E pensare che ieri lui non voleva nemmeno uscire. Ti aiuto a montare il mobile, resto qua, sono un po’ stanco, mi  aveva detto. Poi gli amici lo aspettavano e si è convinto ad andare a Mergellina con loro, a bere un drink. Con lui c’era Carlo, l’amico del cuore. Sono tutti bravi ragazzi i suoi amici, come lui. La prego di dirlo».

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: “Ho sollecitato sia il prefetto che il questore. C’è la necessità di avere maggiore presidio soprattutto notturno in zone molto vive. Ora dobbiamo capire la natura di questo episodio, se legato alla criminalità organizzata o a una lite, però serve un presidio forte. Continuo e continuerò a sollecitare, anche con il ministro degli Interni, un sempre più forte impegno sulla città”.

Mentre Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania, ha commentato:“È inaccettabile che i napoletani abbiano paura a scendere di casa per colpa di camorristi e baby gang. Necessario intensificare anche a livello locale la presenza di forze dell’ordine e i controlli per recuperare la vivibilità e la sicurezza in territori ridotti a terre di nessuno”.

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