Naufragio di Cutro, arrestato il quarto scafista. Era scappato in Austria

Naufragio di Cutro, arrestato il quarto scafista. Era scappato in Austria

Naufragio di Cutro, arrestato il quarto scafista. Era scappato in Austria. L’uomo è considerato il “meccanico” dell’equipaggio

È stato arrestato in Austria l’uomo che gli inquirenti ritengono essere il quarto scafista coinvolto nel naufragio sulle coste calabresi. Si tratta di Gun Ufuk, un turco di 28 anni. L’uomo è stato fermato dalla polizia di frontiera e i carabinieri che indagano sul naufragio, coordinati dalla Procura della Repubblica di Crotone. Si è in attesa dell’estradizione in Italia.

Fondamentali sono state le testimonianze dei superstiti. Secondo il racconto di alcuni di loro, Gun Ufuk “faceva anche il meccanico quando la barca ha avuto problemi con il motore”. Inoltre, nei momenti del naufragio, hanno raccontato che “i componenti turchi dell’equipaggio hanno subito preso degli oggetti neri simili a dei tubi che hanno gettato in acqua e si sono tuffati aggrappandosi ad essi per poi scappare”.

Dal momento del recupero dei superstiti, tre scafisti, tra cui un minorenne, sono stati arrestati, mentre del quarto, Gun Ufuk appunto, se ne sono perse le tracce, fino all’arresto odierno. Nel naufragio sono morte di 72 persone a cui si aggiungono ancora decine di dispersi.

Intanto, nella giornata di ieri, il ministro Piantedosi ha informato il Parlamento: «La partenza è avvenuta il 22 febbraio da Cesme in Turchia con 180persone a bordo. Gli scafisti decidono di sbarcare in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli; il piano prevedeva l’arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma, evitando tutti i controlli».

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Sulla dinamica dell’incidente ha detto: «A circa 200 metri dalla costa, erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare. In quel frangente, la barca, trovandosi molto vicino alla costa ed in mezzo ad onde alte, urta, con ogni probabilità, il basso fondale (una secca) e per effetto della rottura della parte inferiore dello scafo, comincia ad imbarcare acqua».

Sui soccorsi ha detto: «Frontex sabato sera non aveva segnalato alcuna situazione di emergenza. Intorno alle 4 di domenica sull’utenza di emergenza 112 giunge una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale che veniva geolocalizzato comunicato, con le coordinate geografiche, alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Crotone. È questo il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l’esigenza di soccorso per le autorità italiane».

Aggiungendo: «L’attivazione dell’intero sistema Sar non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Due unità navali della guardia di finanza in mare per seguire l’operazione sono state costrette a rientrare in porto per le pessime condizioni del mare confermando il quadro non relativo ad eventuali criticità dell’imbarcazione».

Fonte immagine: https://www.quirinale.it/elementi/80433

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