Natisone, la madre di una delle vittime: «Dovevano salvarla invece di fare video»

Natisone, la madre di una delle vittime «Dovevano salvarla invece di fare video»

Natisone, la madre di Patrizia: «Dovevano salvarla invece di fare video». Aperta inchiesta per omicidio colposo

Continua a montare la polemica intorno ai soccorsi dei tre giovani colti dalla piena del Natisone. Ora a parlare è la madre di Patrizia, una delle vittime. La donna a Il Messaggero ha affidato il suo sfogo, dicendo:

«Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo. Ha detto ‘Chiamate mia mamma’». Dalla tragedia di venerdì, la donna ha rilasciato solo queste brevi dichiarazioni: «Era un angelo – ha ricordato – studiava tanto e lavorava per mantenersi. Dopo l’esame all’Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto ‘sono stata bravissima, ho saputo tutto’».

Alle parole della donna si aggiungono quelle di uno dei soccorritori, l’uomo che ha trovato il corpo di Patrizia: «L’ho notata mettendo la testa in un pertugio. Era voltata di schiena, ricoperta da detriti».

L’uomo ha poi aggiunto: «Sono andato lì perché mi hanno chiesto di dare il mio contributo e perché sentivo di farlo. Proprio perché la mia speranza era di trovare persone vive. Quando ho visto il corpo della ragazza ho ascoltato i battiti, il respiro. Nulla».

«Ci siamo abbracciati, poche parole – dice – i genitori mi hanno chiesto del braccialetto, della collanina. Li ho descritti, un cenno con il capo, erano quelli di Patrizia Cormos. Avrei voluto essere ambasciatore di buone notizie, non di morte», ha concluso il soccorritore.

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Intanto, il sindaco di Premariacco (Udine) Michele De Sabato, oggi ha incitato le ricerche dell’ultimo giovane disperso, Cristian Casian Molnar, di 25 anni: «Forza soccorritori, che oggi sia l’ultimo giorno di ricerca per ridare Cristian ai suoi familiari».

“Abbiamo aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti: in queste vicende, per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo”, ha detto il Procuratore della Repubblica di Udine Massimo Lia, in conferenza stampa. “Condurremo tutti gli accertamenti del caso, per accertare se i soccorsi sono stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale”, ha spiegato. E poi ha ribadito che l’inchiesta è stata aperta “per poter svolgere tutti gli accertamenti che saranno necessari per ricostruire i fatti, che non significa che in questo momento l’ufficio ha acquisito elementi per poter ipotizzare condotte negligenti. È una scelta tecnica di tipo procedurale, per poter svolgere con tutte le garanzie gli accertamenti per ricostruire i fatti”.

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