Muschio Selvaggio, Pietro Orlandi torna a parlare della scomparsa della sorella

Nella nuova puntata di Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez, ci sarà spazio per Pietro Orlandi che torna a parlare del caso Emanuela

Il nuovo episodio di MUSCHIO SELVAGGIO, disponibile online il 18 dicembre alle 12:00, presenta un confronto a cuore aperto con Pietro Orlandi. Questa imperdibile puntata è suddivisa in due momenti: nel primo, Orlandi condivide la sua storia di resilienza dopo la morte della sorella Emanuela, una vita dedicata alla ricerca della verità, rivelando i dettagli su come la Chiesa e, fino ad ora lo Stato, non abbiano fatto abbastanza. Nel secondo momento (registrato il 13 dicembre), Orlandi racconta della tanto attesa approvazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta.

 

La puntata inizia con Fedez che afferma: “Questa è una puntata a cui tengo particolarmente perché è un argomento di cui abbiamo già parlato. In una puntata in cui ho fatto anche una battuta spiacevolissima, battuta però che mi ha dato modo di scusarmi con l’ospite di oggi e di dirgli se per rimediare potessi mettergli a disposizione questa piattaforma di libertà totale in cui poter parlare, in cui poter cercare di fare più appelli possibili per far emergere la verità e quindi sono molto orgoglioso di avere come ospite di Muschio Selvaggio Pietro Orlandi.”

 

Pietro Orlandi apre il suo intervento con una dichiarazione decisa: “Le ingiustizie non cadono in prescrizione… questa storia mi tiene legato a 40 anni fa… tante persone sanno quello che è successo e da 40 anni fanno di tutto per evitare che la verità venga fuori.” Inizia così un racconto intenso della sua infanzia, della vita all’interno delle mura del Vaticano, della fiducia incondizionata nella Chiesa, rivelatasi poi mal riposta. Ricorda, infatti, un incontro con il Papa sei mesi dopo la scomparsa di Emanuela, in cui il Pontefice garantiva di impegnarsi al massimo per giungere alla verità e come, con il passare del tempo, fosse invece chiaro che avesse messo sulla bilancia da una parte la verità sulla scomparsa di Emanuela e dall’altra l’immagine della Chiesa, optando chiaramente per la difesa dell’istituzione ecclesiastica.

 

Durante la puntata vengono poi illustrate le varie inchieste svolte negli anni e si approfondiscono le teorie che circondano la tragica morte di Emanuela, esplorando le molteplici false piste create per depistare le indagini, si esplora quanto sia profondo il legame tra Stato e Chiesa riportando fatti, incontri, minacce…

 

Orlandi riferisce poi di come l’uscita del documentario di Netflix abbia cambiato le cose, portando il caso di Emanuela all’attenzione mondiale esercitando pressioni per l’approvazione della Commissione parlamentare d’inchiesta, avvenuta il 9 novembre, non senza qualche polemica. Orlandi svela che le relazioni presentate in Parlamento sono state quasi tutte positive tranne quelle di Gasparri e Casini. “Casini ha ribadito di essere contrario, ha detto: io voterei no, ma per rispetto alla famiglia mi astengo. Quindi non ha votato e secondo me è ancor più mancanza di rispetto, sei un senatore e ti devi prendere la responsabilità di quello che dici …” e aggiunge “Gasparri invece ha parlato in maniera quasi arrogante contro questa commissione, eppure questa è una commissione che cerca verità e giustizia, no? ….Però sembrava per un attimo che si fosse dimenticato di essere un senatore della Repubblica Italiana, sembrava un rappresentante dello stato Vaticano” E dichiara anche “oltretutto lui alla fine ha votato positivamente perché ha detto: io farò parte della commissione perché vigilerò sulla commissione perché non dovrà essere un processo ai santi, quindi tornando su Giovanni Paolo II…. Siamo nel 2023 e credo che non ci debbano essere persone intoccabili… l’ha detto pure Papa Francesco bisognerebbe indagare a 360°senza fare sconti a nessuno”

 

Orlandi condivide, inoltre, la sua rabbia sul fatto che quel giorno Gasparri abbia anche ribadito che ci sia un sospettato in famiglia, lo zio, sottolineando quanto questo sia assolutamente falso e ignobile. Fedez commenta “Che un senatore della repubblica in una discussione per una commissione di inchiesta si metta a tirare fuori il nome di una persona defunta, che non è mai stata rinviata a giudizio… ragazzi è gravissimo!”

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Orlandi chiarisce quindi di come sia nato, nel ’93, il sospetto che lo zio avesse un ruolo nella vicenda e di come questa teoria sia tornata alla ribalta qualche mese fa, quando in un TG è stata data la notizia che il Vaticano avesse scoperto dei documenti che avrebbero accusato lo zio di Emanuela di molestie alla sorella più grande Natalina “Quindi il Vaticano ha lanciato questa insinuazione, mia zia non sapeva niente, i figli di mio zio non sapevano niente quindi si sono sentiti sta notizia del padre e del marito che avrebbe molestato mia sorella e che lei non aveva detto niente…”

Racconta anche come la notizia abbia spinto alcuni parlamentari a sostenere che, dato il coinvolgimento di un familiare, l’istituzione di un’inchiesta parlamentare non sarebbe stata necessaria, nonostante questa teoria fosse stata già respinta 40 anni fa dalla Procura di Roma. Tuttavia, nonostante l’ultimo tentativo del Vaticano, la commissione è stata approvata il 9 novembre. “Ora tutti i partiti dovranno presentare i nomi delle persone che faranno parte della Commissione, li presenteranno ai presidenti di camera e senato e da li parte”. Purtroppo, però precisa anche che non è stato imposto alcun limite di tempo per creare la Commissione, sono già trascorsi quasi due mesi, infatti, e nulla è stato fatto. Fedez commenta “Pietro cosa ti avevo detto, in Italia le commissioni di inchiesta non hanno mai portato a una mazza!”.

 

Fedez, Marra e Orlandi concordano nell’affermare che chiunque porti alla luce la verità, che sia la Chiesa o lo Stato, ne trarrebbe beneficio, specialmente considerando che le classi dirigenti attuali sono radicalmente diverse. Viene insinuato che le persone che sanno stiano cercando di prolungare il tutto fino alla morte di Pietro Orlandi perché morto lui la storia di Emanuela cadrebbe nel dimenticatoio, ma Pietro sostiene che non sarà assolutamente così poiché suo figlio è già pronto a subentrargli.

 

MUSCHIO SELVAGGIO continua a essere un punto di riferimento per storie che suscitano riflessioni profonde sulla verità, la giustizia e la resilienza umana. La nuova puntata promette di essere un contributo significativo alla comprensione del caso Orlandi.

 

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