Morte Chiara Gualzetti, il gip: “l’assassino è in grado di intendere e volere”
Morte Chiara Gualzetti, per il giudice delle indagini preliminari l’assassino è in grado di intendere e volere, per questo ha confermato il fermo
Emergono nuovi dettagli dall’interrogatorio dell’assassino della giovane Chiara Gualzetti. Secondo il giudice che ha convalidato l’arresto, il ragazzo è in grado di intendere e volere. Luigi Martello, il giudice delle indagini preliminari del tribunale dei minori di Bologna, come riporta il Corriere della Sera, ha scritto che nel giovane c’è «mancanza di scrupoli e di freni inibitori, di motivazioni e di segnali di resipiscenza, quali emergono dal tenero dei messaggi vocali inviati a un’amica subito dopo i fatti».
I messaggi audio a cui si fa riferimento presentano un contenuto inequivocabile e sono stati inviati pochi minuti dopo aver commesso l’omicidio ad un’altra ragazza, coetanea di Chiara. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, in uno dei messaggi si sente dire all’assassino: “Questa depressa (…) L’ho fatto, l’ho fatto. Me l’ha detto lui. Lei mi urtava i nervi. L’ho presa a calci in testa, mi sa che mi sono rotto un piede. Ho fatto delle foto”.
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In un messaggio audio, inviato precedentemente ad un’altra persona, il ragazzo ha detto: “Domenica farò fuori una ragazza, già stavo per perdere il controllo, allora ho dovuto fare un patto con lui (il demonio, ndr) e almeno ho un po’ colmato la sua sete…”
Nonostante, il ragazzo dia l’impressione di essere in preda ad allucinazioni, il giudice ha parlato di chiara premeditazione e della possibilità di reiterazione e fuga. Inoltre, secondo il gip quella del ragazzo era una «vita regolare costantemente condotta» in un «ambiente familiare sostanzialmente adeguato», con «studi positivamente frequentati», quindi in lui c’è capacità di «intendere di volere, soprattutto rispetto a un reato la cui gravità è di immediata percezione», a cui si sono aggiunti «lucidi e freddi tentativi di nascondere le tracce del delitto e di negare le responsabilità».
Ad aggravare la posizione del ragazzo c’è la violenza dell’aggressione, che ha dimostrato un accanimento dalla “durata significativa” e una serie di prove chiaramente contro di lui.
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