Migranti, Meloni presenta un esposto per “infiltrazioni criminali”

Migranti, Meloni presenta un esposto per infiltrazioni criminali

Migranti, Meloni presenta un esposto per “infiltrazioni criminali” nella gestione dei flussi migratori e inserimento al lavoro

Nei giorni scorsi, la premier Meloni aveva annunciato la volontà di modificare la legge Bossi-Fini, che fino ad oggi ha regolamentato il flusso dei migranti nel nostro Paese, definendola, in sostanza, un “fallimento”.

In una informativa al Consiglio dei Ministri, la Premier ha parlato di dati allarmanti, emersi dai recenti monitoraggi, l’ultimo attivato in seguito al piano Cutro. “Ora da quel monitoraggio emergono dati allarmanti”, detto la Meloni, che poi ha spiegato: “Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese. Un dato: sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%. Dato ancora più preoccupante è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al “Decreto Flussi” ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro”.

Poi specifica la Meloni: “Uno scarto significativo tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati è però una caratteristica che accomuna, anche se con numeri meno spaventosi, molte regioni italiane. Dai dati quindi emerge che:

  1. In alcuni territori il numero di richieste è enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale, e quindi balza facilmente agli occhi.
  2. In quasi tutte le regioni italiane c’è uno scarto significativo tra chi entra per finalità di lavoro e chi effettivamente poi sottoscrive un contratto di lavoro”.

Ciò, secondo la Meloni significa “che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che, ragionevolmente, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i “decreti flussi” sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per “pratica”). L’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del “Decreto Flussi” proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. I bengalesi, ricordo, sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno, e questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel paese di arrivo”.

In seguito a questa analisi, la Meloni ha deciso di sporgere denuncia: “mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del c.d. “Decreti Flussi”. È evidente che se – come immagino – da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al governo. Lo stesso gruppo tecnico di lavoro che ha tirato fuori questi dati – che è coordinato dalla Presidenza del Consiglio e vede la partecipazione del Ministero dell’Interno, del Ministero degli Esteri, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero del Turismo – ha ipotizzato delle iniziative da intraprendere, sia di ordine legislativo, sia di ordine amministrativo”.

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“Ci troviamo – continua la Meloni – di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato. E intendo coinvolgere le imprese e le associazioni di categoria. Intendo promuovere un incontro con le organizzazioni datoriali, poiché troppo spesso si esprimono fabbisogni di manodopera che trovano solo parzialmente riscontro nelle domande di nulla osta al lavoro presentate nei click day. Penso serva maggiore responsabilità e un più serio approfondimento, capendo ad esempio se le associazioni abbiano un sistema di monitoraggio delle domande per conto dei propri associati e facciano dei controlli preliminari su di essi”.

Foto di Mark Stebnicki: https://www.pexels.com/it-it/foto/campo-lavorando-campagna-agricoltura-9798966/

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