Maria Mesi, chi è l’amante di Matteo Messina Denaro che oggi è di nuovo indagata per favoreggiamento. Avrebbe coperto la latitanza
Continua la caccia alla rete di Matteo Messina Denaro che in trent’anni di latitanza ha coperto non solo i suoi affari, ma anche tutti gli spostamenti. Tra gli ultimi indagati c’è anche Maria Mesi, ex fidanzata di Messina Denaro. La loro relazione risale a circa vent’anni fa, ma la donna, insieme al fratello Francesco, avrebbe continuato a proteggere il boss. Entrambi, infatti, sono già stati condannati per favoreggiamento.
I Carabinieri del Ros si sono recati in una palazzina di via Milwaukee, ad Aspra, una frazione di Bagheria, a pochi metri dal luogo dove la donna, negli anni 90, si incontrava con Messina Denaro. Gli inquirenti credono che ancora oggi la donna e il fratello abbiano continuato ad avere legami con il boss e a ricoprire un ruolo nella recente latitanza. Sequestrati telefonini e pc che verranno esaminati nei prossimi giorni.
Maria Mesi è considerata l’autrice di appassionate lettere d’amore inviate all’allora fidanzato già latitante. «Ho voglia di darti tantissimi baci, mi manchi un mondo», scriveva lei. E ancora: «Avrei voluto conoscerti fin da piccola e crescere con te. Sicuramente te ne avrei combinate di tutti i colori perché da bambina ero un maschiaccio». In un’altra lettera scrive: «Ho pensato molto al motivo per cui non vuoi che viva con te. Credo di averlo finalmente capito. Capisco, ma non sono d’accordo. Ma siccome ti rispetto tantissimo, di conseguenza rispetto le tue scelte. Ti amo e ti amerò per tutta la vita. Tua per sempre, Mari».
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Lui usava, per chiamarla, il nome in codice Tecla, mentre lei si firmava Mary o Mariel. Il loro, però, non era solo un legame d’amore, ma anche mafioso. Il Corriere della Sera scrive: “la Mesi, infatti, era molto vicina ai fedelissimi del boss come Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro, e suo fratello Carlo, titolare della Sud Pesca, l’impresa presso la quale la donna lavorava”.
Inoltre, al vaglio degli inquirenti anche la posizione di Francesco Mesi, che era un dipendente dell’ingegnere Michele Aiello, uno dei prestanome del boss Provenzano, condannato a 16 anni per mafia. Maria era, invece, la sorella della segretaria di Aiello.
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