Lino Banfi a RTL 102.5: “Avevo debiti, mia moglie mi ha salvato”

Lino Banfi torna a parlare dopo la morte di sua moglie Lucia. Il 1° marzo la coppia avrebbe festeggiato 61 anni di matrimonio

“E’ difficile spiegare come uno si sente. Come ho detto a Maria De Filippi – abbiamo avuto più o meno lo stesso destino negli stessi giorni- come se si fosse staccata una cosa da te. Passerà, ma non è facile. Faccio l’esempio di una foto: se la strappi puoi unirla con qualsiasi tipo di colla, ma resta staccata. Più tardi succede e più pensi al tempo che hai trascorso con lei”, dice Lino Banfi a Non stop News con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lonigro. “La chiesa era strapiena di tutte le persone della nostra zona, piazza Bologna. Lei non diceva mai ‘Sono la moglie di Lino Banfi, ma diceva di essere la signora Lucia”, racconta.

L’INCONTRO CON PAPA FRANCESCO

Banfi ha incontrato più volte Papa Francesco. “Volevo fare gli auguri a Sua Santità in occasione del compleanno, mi fece passare e mi volle incontrare. Ma ero senza mia moglie. Gli chiesi: ‘Santo Padre, mia moglie mi ha chiesto di chiederle – visto che lei è più vicino a Dio di noi – se io e Lucia possiamo morire insieme”. Il Papa si stava quasi commuovendo, mi resi conto che era un momento imbarazzante. Lui rispose: ‘Magari avessi questa possibilità, caro Banfi'”.

“IO E LUCIA CI SIAMO SEMPRE DETTI ‘TI AMO’

Quando mi chiedono: come fai a resistere tanti anni? Io dico: “Io e Lucia siamo due muratori, non siamo ingegneri o geometri. Non ci vergogniavamo a dire ti amo, sembra ridicolo, ma è così”, dice ancora Banfi.

“AVEVO I DEBITI CON I “CRAVATTARI”, BRUCIAI UN BAULE PIENO DI VESTITI DA COMICO IN PREDA AI NERVI”

“Capii che il mestiere era duro, fare l’attore con il cabaret era praticamente impossibile. Mandavo, lo ricordo bene, ogni mese i soldi a mia moglie e a nostra  figlia. I soldi non bastavano mai. Avevo molti debiti con i ‘cravattari’ (usurai ndr). Dovevo rimanere a Roma a tutti i costi e allora mi resi conto che non potevo fare questo lavoro. Andai sulla Tiburtina per dare fuoco al baule con tutti gli abiti di scena, i manifesti, le fotografie e l’armamentario dell’avanspettacolo”, ricorda a Non stop News. “Andai a parlare con un senatore della Democrazia Cristiana, amico di mio padre, che mi avrebbe aiutato. Mi promise un posto come usciere in una banca. Tornai a casa e raccontati tutto a mia moglie, non dormimmo di notte. Lei mi guardò e mi disse: “Perché devo avere accanto un marito triste? I debiti ce li abbiamo con i “cravattari” (venivano a prendersi qualsiasi cosa per saldare le rate). Mia moglie non ha mai pensato al posto fisso: voleva un marito felice. Presi coraggio e ricominciai a fare cabaret. Devo tutto a lei”, dice Banfi. Che poi ricorda Un medico in famiglia: “Può darsi che facciano due o tre puntate, ne ho parlato con la produttrice. Si tratta di un bel ricordo di questa fiction”.

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