L’appello di Papa Francesco a Lesbo: “fermiamo il naufragio di civiltà. Occorre approcciare i cambiamenti epocali con grandezza di visione”
Papa Francesco in visita apostolica sull’isola di Cipro, ha lanciato un accorato appello per fermare il traffico di gente che affronta il mare in cerca di speranza. “Fermiamo questo naufragio di civiltà, non lasciamo che il mare nostrum diventi mare mortuum” ha detto Papa Francesco da Lesbo, dove oggi, 5 dicembre, ha visitato un campo profughi.
Nel suo lungo e sentito discorso, Francesco ha detto: “Mentre si stanno faticosamente portando avanti le vaccinazioni a livello planetario e qualcosa, pur tra molti ritardi e incertezze, sembra muoversi nella lotta ai cambiamenti climatici, tutto sembra latitare terribilmente per quanto riguarda le migrazioni. Eppure ci sono in gioco persone, vite umane! C’è in gioco il futuro di tutti, che sarà sereno solo se sarà integrato. Solo se riconciliato con i più deboli l’avvenire sarà prospero. Perché quando i poveri vengono respinti si respinge la pace”.
Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà! https://t.co/r2PFaOthuz
— Papa Francesco (@Pontifex_it) December 5, 2021
Poi un accorato appello: “Sorelle, fratelli, i vostri volti, i vostri occhi ci chiedono di non girarci dall’altra parte, di non rinnegare l’umanità che ci accomuna, di fare nostre le vostre storie e di non dimenticare i vostri drammi”.
Francesco, sottolineando il fatto che in cinque anni sono state fatte molte cose, ma la situazione non è ancora cambia, pone una riflessione e dei quesiti importanti: “In diverse società si stanno opponendo in modo ideologico sicurezza e solidarietà, locale e universale, tradizione e apertura. Piuttosto che parteggiare sulle idee, può essere d’aiuto partire dalla realtà: fermarsi, dilatare lo sguardo, immergerlo nei problemi della maggioranza dell’umanità, di tante popolazioni vittime di emergenze umanitarie che non hanno creato ma soltanto subito, spesso dopo lunghe storie di sfruttamento ancora in corso. È facile trascinare l’opinione pubblica istillando la paura dell’altro; perché invece, con lo stesso piglio, non si parla dello sfruttamento dei poveri, delle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, degli accordi economici fatti sulla pelle della gente, delle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio? Perché non si parla di questo?”
Leggi anche: PAPA FRANCESCO A CIPRO, ARRESTATO UOMO ARMATO DURANTE LA MESSA ALLO STADIO
E aggiunge: “Vanno affrontate le cause remote, non le povere persone che ne pagano le conseguenze, venendo pure usate per propaganda politica! Per rimuovere le cause profonde, non si possono solo tamponare le emergenze. Occorrono azioni concertate. Occorre approcciare i cambiamenti epocali con grandezza di visione. Perché non ci sono risposte facili a problemi complessi; c’è invece la necessità di accompagnare i processi dal di dentro, per superare le ghettizzazioni e favorire una lenta e indispensabile integrazione, per accogliere in modo fraterno e responsabile le culture e le tradizioni altrui”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.