Julian Assange, iniziato il processo di appello. Ma chi è l’uomo di WikiLeaks?

Julian Assange, iniziato il processo di appello. Chi è l'uomo di WikiLeaks

Julian Assange, iniziato il processo di appello. Ma chi è l’uomo di WikiLeaks? Di quali colpe si è macchiato?

E’ iniziato ieri, mercoledì 27 ottobre, a Londra il processo di appello per il co-fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, dopo il ricorso degli Usa contro la decisione della giustizia britannica che in primo grado a gennaio ha negato l’estradizione.

Assange è un giornalista, programmatore e attivista australiano, nato a Townsville il 3 luglio 1971. Figlio di attori di teatro, i suoi genitori si conobbero in una manifestazione contro la Guerra in Vietnam. Da piccolo, probabilmente per il lavoro dei genitori, ha cambiato 37 volte casa. I suoi studi non sono stati regolari, non è mai andato a scuola e studiava nelle biblioteche cittadine in cui si trovava. A sedici anni, sa già scrivere programmi per il Commodore 64 e un anno dopo lascia la propria casa. A diciotto si sposa ed diventa padre, ma poi si separa dalla moglie.

Alla fine degli anni ’80 entra in un gruppo di hacker i Sovversivi internazionali con lo pseudonimo di “Mendax”. Nel 1991 la polizia federale australiana lo arresta con l’accusa di essersi infiltrato in vari computer appartenenti a un’università australiana e nel sistema informatico del Dipartimento della difesa americano. L’anno successivo gli vengono rivolti 24 capi di accusa per pirateria informatica.

Assange viene condannato, ma presto rilasciato per buona condotta e dopo aver pagato una multa di 2 100 dollari australiani. Tra le varie attività successive, c’è anche la scrittura e lo studio di fisica e matematica all’Università di Melbourne, ma non ottiene una laurea. Studia anche filosofia e neuroscienze.

Leggi anche: Caso Assange, la compagna denuncia: “Gli USA vogliono ucciderlo”

Nel 2006 Assange fonda WikiLeaks, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un contenitore protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto. Nel 2010 Assange divulga, tramite WikiLeaks, documenti statunitensi secretati, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning e riguardanti crimini di guerra.

Se questo da un lato è stato visto come un’azione positiva, volta alla ricerca della verità, dall’altro come cospirazione e spionaggio. A questo si sono aggiunte una serie di altre accuse, per cui è stato incarcerato. Dall’11 aprile 2019 è in carcere nel Regno Unito, prima per la violazione dei termini della libertà su cauzione dovuta ad accuse di stupro della Svezia, poco dopo archiviate, e poi per la richiesta di estradizione fatta dagli Stati Uniti. La detenzione in condizioni gravose ha suscitato sdegno nell’opinione pubblica e ha fatto muovere le associazioni per i diritti umani, fino all’Onu che si è opposta all’estradizione.

Il 5 gennaio 2021 il tribunale inglese ha negato l’estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale poiché alto è il rischio di tendenze suicide. Proprio sulle condizioni psico-fisiche di Assange, poco tempo fa, è intervenuta la compagna, denunciando la difficile ed estrema detenzione a cui è sottoposto e il sospetto che gli USA vogliano ucciderlo.

Il processo di appello durerà due giorni e in caso di mancate estradizione, gli Usa potranno rivolgersi alla Corte Suprema britannica. In caso di vittoria degli Usa, bisognerà attendere il parere ancora di un altro tribunale. Dunque, per il verdetto finale bisognerà attendere ancora molto tempo.

Fonte immagine: Di Espen Moe – Julian AssangeUploaded by Ralgis, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19547347

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