In occasione del Giorno della Memoria, speciale TG5: “Memoria, ora più che mai”
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In occasione del Giorno della Memoria, sabato 27 gennaio, in seconda serata speciale TG5 “Memoria, ora più che mai”. Le anticipazioni
In occasione del Giorno della Memoria – sabato 27 gennaio, in seconda serata, su Canale 5 -, l’approfondimento della testata diretta da Clemente J. Mimun ricorda il 79° Anniversario della Liberazione di Auschwitz, simbolo della liberazione di tutti i lager nazisti, con lo speciale Memoria, ora più che mai, firmato da Roberto Olla, a cura di Claudio Fico.
Protagonisti, Sami Modiano ed Edith Bruck, testimoni straordinari che da sempre dedicano la propria vita a raccontare la Shoah alle nuove generazioni. Allo speciale partecipano anche Riccardo Di Segni, medico, Rabbino Capo di Roma, e Vincenzo Di Lazzaro, preside della facoltà di Medicina del Campus Biomedico di Roma, che ha conferito la laurea honoris causa a Modiano.
Nel corso della puntata, Modiano e Bruck invitano il pubblico a una riflessione sulla memoria, che non è un archivio, ma un fronte su cui – in prima linea – si trovano professori, studenti e famiglie: un fronte dove, dopo l’attacco subito da Israele col massacro del 7 ottobre e dopo gli sviluppi drammatici della guerra a Gaza, crescono antisemitismo e negazionismo. «Il modo più facile per assolversi dai crimini – affermano, Modiano e Bruck – è ignorare, dimenticare, avvolgersi nell’indifferenza».
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Il problema della memoria si presentò subito, mentre stava finendo la Seconda guerra mondiale: i filmati storici dello speciale mostrano l’impegno del Generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate in Europa, e futuro presidente degli Stati Uniti, che volle visitare i lager appena liberati e parlare con i sopravvissuti, comprendendo che i nazisti avevano portato la storia ad un bivio drammatico: la negazione stessa dell’umanità.
Lo statista capì che il negazionismo e l’indifferenza dovevano essere combattuti subito, perché avrebbero influenzato anche le generazioni future, e ordinò che gli abitanti delle città vicine ai lager fossero obbligati a visitarli, per rendersi conto dell’orrore che così a lungo avevano scelto di ignorare.
I filmati di quelle visite rimandano a quanto scritto da Elie Wiesel, sopravvissuto alla Shoah e Nobel per la Pace: «Mai, prima di allora, tanti bambini e tante famiglie sono stati uccisi da tanti uomini, spesso istruiti, colti, che continuavano a manifestare la loro ammirazione per Goethe, Schiller, Bach, Beethoven, Hegel e Dante. Possiamo aggiungere – conclude Wiesel -, uomini che continuavano a sorridere, a vivere, come se si trovassero in piena normalità, a giocare con i propri figli».
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