I simboli della Giornata nazionale contra la violenza sulle donne e le parole del Presidente Mattarella per il 25 novembre
Oggi, 25 novembre, si celebra in Italia la Giornata nazionale contra la violenza sulle donne. Per l’occasione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pubblicato un messaggio:
«La violenza contro le donne è una aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali. Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi significativi per riconoscerla, eliminarla e prevenirla in tutte le sue forme. Tuttavia, per troppe donne, il diritto ad una vita libera dalla violenza non è ancora una realtà. Le cronache quotidiane ne danno triste testimonianza e ci ricordano che ci sono Paesi dove anche chi denuncia e si oppone alle violenze è oggetto di gravi ed estese forme di repressione».
Poi aggiunge: «Porre fine alla violenza contro le donne, riconoscerne la capacità di autodeterminazione sono questioni che interpellano la libertà di tutti. La violenza di genere, nelle sue infinite declinazioni, dalla violenza fisica, psicologica, economica, fino alla odierna violenza digitale, mina la dignità, l’integrità mentale e fisica e, troppo spesso, la vita di un numero inestimabile di donne, molte delle quali sovente, non si risolvono a sporgere denuncia. Denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio».
Infine conclude il Presidente: «Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo, assicurando le necessarie risposte in tema di sicurezza, protezione e recupero. Un’azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni più giovani, attraverso l’educazione all’eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione».
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Molte le manifestazioni che si tengono in tutta Italia, ma la giornata viene sottolineata anche da una serie di simboli. Tra i più noti ci sono le scarpe rosse e la panchina rossa.
Le scarpe rosse nascono dall’iniziativa di un’artista messicana, Elina Chauvet, che il 22 agosto 2009 posizionò in una piazza 33 paia di scarpe femminili, tutte rosse. L’idea di Chauvet nacque per un motivo preciso. L’artista desiderava accendere i riflettori sul fenomeno dei femminicidi, e in particolare per ricordare la sorella, assassinata dal marito a soli vent’anni. Le 33 paia di calzature, tutte diverse dallo stesso colore rosso, ricordano il sangue delle donne vittime di violenza.
L’altro simbolo è la Panchina rossa. La prima utilizzata come simbolo del percorso di sensibilizzazione dell’eliminazione della violenza contro le donne, fu posizionata a Lomello su iniziativa di Tina Magenta, co-fondatrice insieme al marito della biblioteca Giovannini-Magenta. “L’avventura più esaltante e inaspettata – ha detto la donna a l’Informatore lomellino – è quella della panchina rossa-banco rojo in Argentina, in Ecuador, in Messico e Uruguay, paesi che per l’8 marzo hanno inaugurato 150 panchine rosse. Il numero nel mondo supera ormai le 600”. La “panchina rossa” è diventata anche un marchio registrato dagli Stati Generali delle Donne, il “forum” itinerante presieduto da Isa Maggi.
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