Giovanni Falcone, alcune curiosità sul magistrato che lottò contro la mafia

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Giovanni Falcone, alcune curiosità sul magistrato che lottò contro la mafia. Il legame con la moglie e il lavoro internazionale

Giovanni Falcone fu ucciso il 23 maggio 1992 da Cosa nostra insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre uomini della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Una potente deflagrazione sull’autostrada, all’altezza di Capaci, non diede scampo al magistrato e alle persone che erano con lui. Dopo la sua morte, Leoluca Orlando, commentando l’ostracismo che Falcone aveva subito da parte di alcuni colleghi negli ultimi mesi di vita, disse: «L’isolamento era quello che Giovanni si era scelto entrando nel Palazzo dove le diverse fazioni del regime stavano combattendo la battaglia finale».

Da quel giorno, la strage di Capaci viene commemorata e il ricordo delle vittime viene continuamente rinnovato come fulgido esempio di lotta alla mafia. Oggi a Palermo e non solo a Palermo, si terranno le celebrazioni in ricordo di Falcone e noi vogliamo ricordarlo con alcune curiosità su di lui, che forse non tutti conoscono.

Sembra il suo divertimento preferito durante la giovinezza era passare le giornate a giocare a pallone all’oratorio. Pare fosse anche un grande appassionato di Ping-Pong. Fu proprio in oratorio, che conobbe il suo futuro collega magistrato Paolo Borsellino.

L’idea di fare il magistrato arrivò tardi. Infatti, dopo il Liceo, Falcone si iscrisse all’Accademia navale di Livorno, ma ben presto si rese conto che quella non era la sua strada. Infatti, abbandonò gli studi e ritornò a Palermo, dove frequentò la facoltà di Giurisprudenza.

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Il Giudice Falcone, insieme al Commissario Boris Giuliano, è stato un punto di riferimento per chi lavora nei settori di contrasto alla criminalità organizzata a tutti i livelli. Non tutti sanno che Falcone ha lavorato a stretto contatto con forze di polizia internazionali e con l’FBI, al fine di contrastare la criminalità organizzata transnazionale.

Il lavoro svolto da Giovanni Falcone è stato così importante che le istituzioni degli Stati Uniti, ed in particolare l’FBI, ricordano annualmente la sua morte e a Quantico in Virginia è stato posizionato un suo busto in bronzo proprio nella sede dell’FBI.

Inoltre, il 18 ottobre 2020 è stata approvata da 190 paesi dell’ONU la risoluzione presentata dall’Italia per il contrasto alla criminalità organizzata transnazionale. La risoluzione porta il nome del Giudice Giovanni Falcone.

Nella macchina con falcone, il giorno dell’attentato, c’era la moglie Francescaa Morvillo. Dopo l’esplosione Morvillo venne trasportata prima all’ospedale Cervello e poi trasferita al Civico, reparto di neurochirurgia, dove morì nel corso di un delicato intervento chirurgico. Francesca Morvillo nacque a Palermo il 14 dicembre 1945, si era laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo nel 1967. Fu una studentessa brillante e la sua tesi di Laurea “Stato di diritto e misure di sicurezza” vinse il Premio Giuseppe Maggiore per la migliore tesi nelle discipline penalistiche.

Non tutti sanno che Francesca Morvillo fu tra le prime donne a vincere il concorso in magistratura, solo cinque anni dopo l’apertura alle donne alla carriera da magistrato. Nel 1990 fu l’unica donna in toga nella Corte di Appello di Palermo.

La coppia non ebbe mai  figli, ma sono stati sempre una coppia unita. Giovanni Paparcuri, autista di Rocco Chinnici, tre anni dopo la strage ritrovò in un libro un biglietto che Morvillo scrisse al marito dopo l’attentato fallito dell’Addaura: “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me, così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca”.

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