Giallo a Roma, uccise tre donne nel giro di pochi minuti. Si pensa ad un killer seriale che ha preso di mira le prostitute
Nel noto quartiere Prati di Roma, ieri, 17 novembre, si è consumato un triplice delitto. Tre donne sono state trovate prive di vita e tutte uccise con le stesse modalità. Il sospetto degli inquirenti è che a uccidere sia stata la stessa persona.
Le vittime sono tre donne, due cinesi e una colombiana, tutte prostitute che ricevevano i clienti nei loro appartamenti. Le due donne cinesi non sono state ancora identificate, ma si conosce l’età 40 e 25 anni. La terza, scrive il Corriere della Sera, è “una sudamericana di 65 anni, Marta Castaño Torres, riconosciuta dalla sorella trans, che si fa chiamare Francesca Neri”.
Secondo le prime ricostruzioni, si ipotizza che il killer abbia ucciso, in un appartamento al primo piano, la più giovane delle donne cinesi, mentre si trovava con un cliente. L’altra donna, forse la maitresse, potrebbe essere intervenuta in suo aiuto, ma colpita si sarebbe trascinata poi sul pianerottolo dove è stata però trovata morta dal portiere dello stabile, che ha dato l’allarme. Sembra che le due donne abbiano lottato prima di morire.
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La donna sudamericana è stata rinvenuta morta dalla polizia poco dopo in un appartamento di via Durazzo, dove è stato scoperto il corpo della colombiana riverso in camera da letto e con evidenti segni di coltellate. Come arma del delitto, si sospetta, infatti, un’arma da taglio con una lama lunga.
Gli investigatori hanno ascoltato gli altri inquilini delle palazzine, amici e conoscenti delle vittime, per cercare di ricostruire legami e possibili moventi. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di sicurezza, probabilmente presenti anche negli appartamenti delle vittime. Secondo quanto riferito dagli inquilini del palazzo, non si è sentito nulla di insolito, né grida né altro. Confermato solo il via vai continuo di persone in qualsiasi ora del giorno e della notte. In attesa degli esiti dell’autopsia, gli investigatori stanno esaminando anche i tabulati telefonici, essendo probabile che l’assassino abbia preso appuntamento per non destare sospetti.
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