Gaspare Spatuzza è un uomo libero. Fu coinvolto nelle stragi di mafia del ’92 e ’93
Gaspare Spatuzza è un uomo libero. Fu l’autore delle stragi di mafia del 1992 e 1993. Tra queste la morte di don Pino Puglisi
Gaspare Spatuzza, soprannominato ‘u Tignusu, è un ex membro della mafia siciliana, conosciuta anche come Cosa Nostra. Nato a Palermo l’8 aprile 1964, Spatuzza si unì alla mafia quando era ancora adolescente. Oggi, è un uomo libero, anche se gli restano 5 anni di prescrizioni da osservare, ovvero restrizioni come il non frequentare «abitualmente» pregiudicati, o non uscire dalla provincia in cui abita senza autorizzazione giudiziaria.
Spatuzza si presentò come testimone di giustizia al processo sulla strage di via d’Amelio, in cui morì il giudice Paolo Borsellino insieme ai suoi cinque agenti di scorta, avvenuta nel 1992 a Palermo. In seguito alla sua testimonianza, Spatuzza ha fornito informazioni dettagliate sulle attività della mafia e ha collaborato con la giustizia per smantellare le attività criminali della mafia. Nel 2010, Spatuzza venne condannato all’ergastolo per la sua partecipazione alla strage di via d’Amelio.
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Ha ricevuto anche altre condanne per oltre 40 omicidi. Fu tra gli esecutori materiali dell’omicidio di don Pino Puglisi del 15 settembre 1993. Inoltre, si è autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 che il 19 luglio 1992 venne impiegata come autobomba nella strage di via d’Amelio in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. L’Antimafia lo ha catturato nel 1997 all’ospedale Cervello di Palermo. Durante la detenzione si è iscritto alla facoltà di Teologia, dimostrando una conversione religiosa che lo ha avvicinato al cattolicesimo. Da due settimane ha ottenuto la liberazione condizionale.
A causa della sua collaborazione con la giustizia, Matteo Messina Denaro ha chiesto ai boss di Palermo di ucciderlo nel 2013.
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