Franco di Mare, Everardo Bolletta, il suo operatore: “mi ha cambiato la vita, mi ha salvato”

Franco di Mare, Everardo Bolletta, il suo operatore mi ha cambiato la vita, mi ha salvato

Franco di Mare, Everardo Bolletta, il suo operatore: “mi ha cambiato la vita, prima di conoscerlo ero un povero stronzo, trattavo male tutti, Franco mi ha salvato”

All’indomani della scomparsa di Franco Di Mare, il giornalista morto per un mesotelioma, un tumore incurabile che colpisce chi ha respirato le particelle di amianto, sono tanti i messaggi di colleghi, persone dello spettacolo e comuni cittadini che ne elogiano la professionalità e l’umanità. Tra questi spicca quello di Everardo Bolletta, per 10 anni montatore di Franco Di Mare, quando quest’ultimo era inviato nei Balcani.

In una recente intervista al Corriere della Sera, Bolletta ricorda il primo incontro con il giornalista: Mi portò al bar. “Vieni che ti offro un caffé”. Quasi me lo mandò di traverso quando mi chiese a bruciapelo: “Vieni con me a Sarajevo che ci divertiamo, conoscerai un sacco di gente”. Risi. “A’ Frà, ma che dici? Lì c’è la guerra”. Però mi convinse e partimmo con due Lancia Thema blindate del presidente e dell’amministratore delegato, altre in Rai non ce n’erano. Le riportammo crivellate di colpi, al porto di Ancona fummo circondati dalla Finanza, ci presero per dei banditi».

Alla domanda se Franco avesse paura, risponde: «Forse sì, ma non lo dava a vedere. Era coraggioso, sempre in prima linea. Un pomeriggio stavamo attraversando una trincea — da una parte c’erano i bosniaci, dall’altra i serbi — quando intorno a noi cominciarono a fischiare i proiettili. Io mi buttai a terra, lui restò in piedi, non abbassò nemmeno la testa. Era il più bravo di tutti, e per questo molto invidiato».

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Bolletta ricorda la passione che il giornalista aveva per la musica: «Franco era bravissimo, un dio per come cantava le canzoni napoletane, la sua preferita era Malafemmena». L’operatore fa accenno anche al loro stretto legame e al fatto che Franco Di Mare piaceva alle donne: «Ci prendevano in giro perché dove andava lui andavo pure io. “Siamo fidanzati, non l’avete capito?”, rispondeva Franco, per ridere. Quante ne abbiamo combinate. Lui piaceva da matti alle donne, non mi chieda perché, da uomo non ho mai capito bene che ci trovassero, non so dire se fosse bello. Era affascinante, colto, le mie amiche mi chiedevano sempre di presentarglielo. Ogni tanto mi tirava dentro. “Dai, con questa escici tu”».

Poi conclude: «Io a quell’uomo gli ho voluto un bene pazzo, mi ha cambiato la vita, prima di conoscerlo ero un povero stronzo, trattavo male tutti, Franco mi ha salvato».

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