Flavio Carboni, morto a 90 anni l’uomo dei “misteri” italiani. Fu al centro di molti fatti di cronaca: dalla P2 alla morte di Calvi
Flavio Carboni è morto improvvisamente a 90 anni. A stroncare la sua vita un infarto durante la notte. Uomo d’affari, Carboni è stato al centro delle cronache italiane per diverse questioni: dal crac del Banco Ambrosiano all’omicidio di Roberto Calvi, fatti per cui era stato assolto in via definitiva.
Carboni era stato tirato in ballo in diversi gialli italiani, accusato di intrattenere rapporti con personaggi controversi come con l’agente segreto Francesco Pazienza, con Licio Gelli (P2), il boss Pippo Calò e armando Corona, ex gran maestro del Grande Oriente d’Italia.
La morte di Flavio Carboni rischia di chiudere con troppi punti di domanda quella breccia che da sempre si cercava nelle connessione da certa massoneria e un certo potere in Italia. pic.twitter.com/bkmi52bfH9
— Gianluigi Nuzzi (@GianluigiNuzzi) January 24, 2022
Entrato nel mondo della finanza e immobiliare negli anni ’70, Carboni era entrato in contatto anche con Silvio Berlusconi, con il principe Carlo Caracciolo, editore di Repubblica e cognato di Gianni Agnelli. Negli anni ’80 Carboni subì numerosi arresti, scontando brevi periodi di detenzione e venendo imputato di numerosi crimini.
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Tuttavia aveva sempre negato di avere a che fare con la massoneria e con alcuni dei personaggi precedentemente citati: «Non ho mai conosciuto Gelli, non ho mai fatto parte della P2», aveva detto. Aggiungendo in una intervista riportata dal Corriere della Sera: «non ho mai fatto parte della massoneria in generale. Che poi abbia conosciuto tanti personaggi di primissimo piano – come tutti a quell’epoca del resto – che potessero avere simpatie o aderire a logge è un’altra storia».
Sono molte altre le questioni che lo hanno visto coinvolto e diverse le accuse di pentiti di mafia, che a vario titolo lo legavano a diverse faccende. Molte delle quali, forse, erano contenute nel libro di memorie che Carboni stava scrivendo.
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