‘Felicissima sera’, il monologo di Pio e Amedeo scatena i social

Felicissima sera, il monologo di Pio e Amedeo: il duo comico durante l’ultima puntata ha fatto uno sketch dal titolo “L’ironia salverà il mondo” scatenando i commenti sui social. Sull’argomento è intervenuta Vladimir Luxuria

Felicissima sera, il monologo di Pio e Amedeo: il monologo sul “politically correct” di Pio e Amedeo, dal titolo “L’ironia salverà il mondo”, ha scatenato i social. Lo sketch è andato in onda durante l’ultima puntata di “Felicissima sera”, lo show del duo comico trasmesso su Canale 5.

Lo sketch, della durata di circa 17 minuti, riguarda “le parole” che oggi, dicono Pio e Amedeo, “contano più del significato che ci metti dentro”.  “Se tu dici ‘i neri devono stare a casa loro’, è peggio di dire ‘o ne*** ti vengo a prendere e andiamo a mangiare una cosa insieme’”, dice Amedeo, affermando che “bisogna combattere i cretini con le stesse armi”. “Vi dicono ne***? Voi ridetegli in faccia”.  Poi prosegue con altri esempi sulla “avarizia degli ebrei” e poi sulla l’attenzione del duo comico si sposta sulla comunità omosessuale.

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Felicissima sera, il monologo di Pio e Amedeo

“Signori, non si può più dire la parola ric******, devi dire per forza gay – dice Amedeo – Ci stanno educando che la lingua è più importante dell’intenzione”. “Se vi chiamano così per ferirvi, ridetegli in faccia”, continua l’attore comico, evidenziando anche che “nel 2021 a che serve più il gay pride?”.

Tra i commenti allo sketch, c’è quello di Vladimir Luxuria: “Voglio commentare anche io l’ultima puntata di Pio e Amedeo e il pezzo sul ‘politically correct’. È vero che che l’ironia e l’autoironia sono delle risorse contro il virus dell’ignoranza e della stupidaggine, ed è vero che le parole devono essere contestualizzate, non sono avulse dal contesto, una parola è offensiva quando c’è l’intenzione di offendere. Noi la parola ‘frocia’ la usiamo anche tra di noi. Però l’ironia non basta, purtroppo”. Dice così  l’attivista ed ex parlamentare con un video pubblicato sui propri canali social. Vladimir prosegue facendo un esempio sul caso di Malika o di lei che veniva bullizzata da piccola: “Non ce la facevo a ridere – racconta – Non è che se io mi mettevo a ridere in faccia chi mi stava picchiando avrebbe smesso. Purtroppo certe parole, accompagnate da un’azione violenta, non riescono ad essere frenate dal ‘ridiamoci sopraperché non basta“.

E sul gay pride replica: “Voi avete mostrato una foto di un gay pride in cui eravamo insieme a Foggia – dice – ma bisogna chiedersi perché esiste il gay pride e non l’etero pride. Forse perché gli etero possono accedere al matrimonio mentre i gay ci sono le unioni civili? Forse perché gli etero possono avere figli e i gay no? Forse perché nessuno è andato mai in giro a picchiare qualcuno solo perché eterosessuale, e magari due gay in certi contesti prima di baciarsi devono guardarsi in giro per vedere che non ci sia nessuno con cattive intenzioni?”

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