È morta Rita Calore, la madre di Stefano e Ilaria Cucchi. A dare la notizia è stato l’avvocato della famiglia Fabio Anselmo
Rita Calore, ala madre di Stefano e Ilaria Cucchi, è morta oggi, dopo aver combattuto a lungo contro la malattia
Ad annunciarne la scomparsa è stato l’avvocato Fabio Anselmo, che su Facebook ha scritto: «Non ce l’ha fatta. Questa mattina Rita Calore si è arresa per andare a riabbracciare Stefano. Il figlio mai perduto. Lo scrivo con tanta emozione e mi stringo a Giovanni ed Ilaria. Non mi viene altro da dire a questa grande famiglia».
Secondo quanto riportato da Rai News, le condizioni di salute di Rita Calore si erano aggravate lo scorso 16 settembre, rendendo necessario un ricovero urgente in ospedale. Inoltre, lo scorso maggio Rita, insieme al marito, rimase coinvolta in un incidente stradale mentre percorrevano l’autostrada Roma-Civitavecchia all’altezza di Monte Romano.
«Non ce l’ha fatta. Questa mattina Rita Calore si è arresa per andare a riabbracciare Stefano Cucchi. Il figlio mai perduto. Lo scrivo con tanta emozione e mi stringo a Giovanni ed Ilaria. Non mi viene altro da dire a questa grande famiglia».
– Fabio Anselmo pic.twitter.com/6AJLBW4vVq
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) October 17, 2022
Rita Calore ha seguito, accanto a sua figlia Ilaria, tutte le fasi del processo per la morte del figlio Stefano, dopo il pestaggio in carcere. Il fatto quotidiano riporta le parole che Rita aveva pronunciato sul figlio durante il processo: “Stefano aveva dei problemi ed entrando in comunità per 4 anni, ne era uscito, lavorava col padre dalla mattina alla sera e si stava ricostruendo una vita. Era tornato quello che era sempre stato da piccolo, stava benissimo. Aveva una vita davanti. Da anni non soffriva di epilessia. Mangiava di tutto, era goloso, non era anoressico, sieriopositivo, tutte cose inventate e inaccettabili. Non poteva ingrassare perché faceva pugilato. La sera del suo arresto stava a cena da noi, dopo essere stato in palestra”.
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Sempre Il fatto quotidiano riporta il racconto di quando Rita e gli altri familiari videro per la prima volta il corpo di Stefano ricoperto di lividi: “Quando vedemmo il suo cadavere all’istituto di Medicina legale, io che lo avevo partorito per una frazione di secondo ho fatto fatica a riconoscere mio figlio. Era dentro una teca di vetro, con una marea di poliziotti intorno, coperto solo da un lenzuolo fino al collo. Solo dopo abbiamo scoperto il resto del corpo, con le fratture dietro la schiena. Era uno scheletro con gli occhi mezzi aperti, la bocca aperta. Quello non era Stefano. C’era un poliziotto che girava intorno a quella teca scuotendo la testa come a dire ‘non è possibile’. Davanti a quel corpo abbiamo giurato che verità e giustizia sarebbero uscite fuori, l’avremmo fatto per lui. Se noi avessimo raccontato come avevamo visto Stefano nessuno ci avrebbe creduto, e dopo qualche giorno decidemmo di mostrare le foto del cadavere, anche se all’inizio io non ero d’accordo”.
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