Dramma e orrore al Forteto: una “setta di Stato”

Da comunità per disabili e minori a struttura degli orrori: il Forteto è stato trasformato in una struttura degli orrori dove, stando alle indagini, si consumavano abusi sessuali e psicologici

Doveva essere una comunità per minori e disabili e invece al suo interno sono emersi dalle vicende giudiziarie e da tre commissioni di inchiesta regionale e nazionale, gli abusi psicologici e sessuali ai danni di ragazzi già provati per via dei drammi vissuti in famiglia e dei disabili. «Ci diceva che noi eravamo i puri di Dio, che dovevamo domarci a lui per liberarci dalla materia, che il mondo fuori era merda» racconta Sergio, 54 anni «e quindi non dovevamo raccontare a nessuno ciò che accadeva dentro, perché nessuno avrebbe potuto capire».

Dopo circa 40 anni, vicende giudiziarie, tre commissioni di inchiesta regionale e nazionale, si insedierà nelle prossime settimane una commissione parlamentare d’inchiesta.

Due i fondatori della comunità degli orrori: Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi (deceduto). Era il 1977 quando viene fondata la comunità e già l’anno dopo i due vengono arrestati: Ha inizio un lungo processo nel corso del quale i due indagati devono rispondere di accuse gravissime, quali abusi sessuali e atti osceni.

Processo che si conclude nel 1985: Fiesoli viene condannato a due anni di reclusione, Goffredi a soli 10 mesi. Ne sono seguiti altri due di processi, in anni più recenti. Il secondo processo fa emergere accuse gravissime, tanto che Fiesoli in Cassazione viene condannato a 14 anni e dieci mesi di reclusione, infine c’è un terzo processo che va avanti da dieci anni. Fiesoli è stato condannato per violenza sessuale in via definitiva nel 2019. E non solo: c’è anche una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro lo Stato italiano (del 2000, ndr).

Le vittime e la testimonianza

«Avevamo tutti paura. Io scappai nel ’90, prima in Francia, poi in Olanda. Sono tornato dopo anni, a fatica inizio a ricostruire i rapporti con i miei genitori. La scintilla è scattata quando ad essere abusata non è stata più la vecchia generazione, e i padri affidatari hanno cominciato ad ascoltare nei racconti dei figli adottivi le stesse violenze subite da loro». È come se dagli scantinati della memoria fosse riemerso un nuovo “Armadio della vergogna” riporta il Tirreno in un articolo datato 9 marzo 2014. “Da quando è esploso il caso, il 20 dicembre 2011, giorno dell’arresto di Rodolfo Fiesoli, guida, capo, guru , il Profeta della comunità agricola di Vicchio, le testimonianze di soprusi e abusi su adolescenti e bambini si susseguono da settimane in aula al Palagiustizia”.

Le regole al Forteto

A dettare le regole è Fiesoli, come si evince dalla documentazione della commissione d’inchiesta regionale. “Al Forteto «uomini e donne vivono divisi: dormono, mangiano, lavorano separati anche se sposati». «La famiglia era una gabbia oppressiva, bisognava isolarsi dall’egoismo del mondo» raccontano le vittime (come riporta il Tirreno). L’eterosessualità è «osteggiata», l’omosessualità incentivata. «Le donne – racconta Giuseppe – erano maiale e puttane, anche la Madonna era “puttana”, perché non voleva far crescere Gesù». «Si doveva tutti cercare di maturare attraverso il confronto» ricorda Donatella, e il “confronto”, nel lessico rovesciato del profeta, «era il sesso omosessuale». I ragazzi che mostrano desiderio per l’altro sesso sono «finocchi», le ragazze «lesbiche». Chi veniva scoperto era umiliato di fronte a tutti, sottoposto ai «chiarimenti». «Ti mettevano su una sedia, la sera, e ti facevano un processo. Dovevi confessare di essere preda di ossessioni sessuali anche se non era vero, o di aver subito violenza dalla famiglia di origine anche se non era mai successo». Chi si ribella o si oppone subisce le «punizioni». «Tirate di capelli, botte con il mattarello, zoccolate». Oppure «si veniva richiusi nella cella frigorifera».

 

 

Forteto e la magistratura

Tutto è continuato anche dopo le sentenze di condanna: come si è potuto continuare ad affidare bambini e disabili ai residenti della cooperativa?  “La sentenza dell’85 con cui Fiesoli e Goffredi vengono condannati per “atti di libidine”, “maltrattamenti” e “corruzione di minorenne” non è servita a smuovere un refolo di sospetto. Certo, al Forteto si usava la tecnica della messinscena: «Quando venivano gli assistenti sociali bisognava fare finta che tutto fosse perfetto, si andava negli appartamenti dove c’erano le foto di noi insieme con la coppia affidataria, tutti felici», racconta Giuseppe. Lui oggi ha scelto di rompere il silenzio, suo fratello è al Forteto, al fianco del Profeta, nel cerchio magico dei fedelissimi che ancora lo difendono” aggiunge Il Tirreno.

Sergio ha raccontato anche che «Fiesoli venivano a trovarlo notabili, non solo da Firenze. Erano medici, avvocati, magistrati, docenti, politici, lui parlava con loro e poi si vantava di essergli superiore. E’ capitato che quando se ne andavano abbia orinato sulle loro auto davanti a tutti e lo lasciavano fare».

Il Forteto e la politica

La storia di questo luogo è anche una storia di complicità e di coperture istituzionali. “Il Forteto è stato soprattutto un baluardo ideologico e una passerella per la politica. Fabrizio Braschi, ex sindaco di Calenzano, ha raccontato di «diverse assemblee alla casa del Popolo» dove – dopo la sentenza di condanna contro Fiesoli e Goffredi – «il presidente del tribunale dei minori del tempo, Giampaolo Meucci, veniva a giustificare qualcosa di ingiustificabile…». «Al Forteto i presidenti del tribunale dei minori erano di casa – raccontano tutti i testimoni – venivano a pranzo, e uscivano con la macchina carica di pecorini e prodotti».”.

Ed emergono i nomi di chi avrebbe avuto contatti con il guru della comunità: “l’ex onorevole Pdci Edoardo Bruno, Piero Fassino, Vittoria Franco, Massimo D’Alema, Antonio Di Pietro, Claudio Martini ci chiuse una delle sue campagne elettorali da candidato presidente della Toscana” come riporta l’articolo del Tirreno.

Due giorni fa a Firenze è riesploso il caso in quanto fra i candidati al consiglio comunale a supporto dell’ex assessore del Partito Democratico Cecilia Del Re compare anche l’avvocato Elena Zazzeri. La donna, secondo Fratelli d’Italia è legata da un rapporto di amicizia all’ex-guru del Forteto Rodolfo Fiesoli (con quest’ultimo condannato a 14 anni e 10 mesi per violenza sessuale).

Da qui il deputato di FdI Giovanni Donzelli ha annunciato l’intenzione “di portare l’argomento in Parlamento, nell’ambito della Commissione d’inchiesta parlamentare sul Forteto che si insedierà nelle prossime settimane” spiega Il Giornale.

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