Caso Resinovich, parla una testimone albergatrice: «Chiesero letti separati»

Intanto Visintin non si fa trovare
Nuova svolta nel caso dell’omicidio di Liliana Resinovich, per cui, recentemente, il marito, Sebastiano Visintin, è stato iscritto nel registro degli indagati.
Nelle ultime ore ha parlato un’amica di famiglia, albergatrice di una struttura di Gorizia, Jasmina Zivkovic, sentita dalla stampa in più occasioni e ora anche dalla Procura di Trieste: è stata ascoltata per circa 3 ore e mezza come persona informata sui fatti.
La Resinovich, da quanto traplena, più volte avrebbe chiesto: «Non voglio dormire con lui, non lo sopporto più». La donna aveva già raccontato come i due litigassero speso e come avesse chiesto letti separati.
Non solo, dopo qualche giorno dalla scomparsa Sebastiano Visintin disse che «era stato un incidente», per poi dire: «no, ma sono confuso».
Stando alle versione della donna tra i due era crisi: in vacanza nell’estate 2021 si percepiva la tensione.
«Erano venuti con la macchina. Appena scesi dall’auto si vedeva che Sebastiano era molto arrabbiato. Ha iniziato a scaricare le borse e aveva detto a Lilly di portarle in camera. Lei si era fermata a parlare con me. Sebastiano le ha lanciato uno zaino che aveva ancora in mano e le ha urlato dicendole di portare la roba in stanza. La sua espressione era spaventosa, non lo avevo mai visto così. Lilly si è abbassata, ha preso tutte le borse, le veniva da piangere ma non lo ha fatto».
Intanto si cerca Sebastiano Visintin, che ha lasciato Trieste e sarebbe in Austria e non risponderebbe al telefono.