Giallo Liliana Resinovich: luci puntate sul marito Visintin, sequestrate 700 lame

L’uomo è ora indagato
Tiene banco il giallo della morte di Liliana Resinovich, scomparsa il 21 dicembre 2021 e poi ritrovata priva di vita il 5 gennaio 2022. Dalle ultime indagini, riaperte, si sta analizzando un’impronta e un filo.
Ora, così, è anche indagato il marito Sebastiano Visintin. Il corpo della donna è stato trovato avvolto in alcuni sacchi neri, chiusi con un cordino.
Intanto sono state sequestrate 700 lame da casa di Visentin: si pensa che l’uomo possa aver tagliato quel cordino con quelle lame.
L’uomo, infatti, come ribadisce Repubblica, da sempre lavorava come arrotino e aveva trasferito l’attività a casa. Oltre la questione delle lame sono stati trovati dei capelli che devono essere analizzati.
Ora il Gip di Triste è in attesa dei risultati e intanto, Claudio Sterpin, con cui la donna aveva una relazione ha detto: «Il marito sapeva tutto di noi, Liliana è stata eliminata perché voleva lasciare casa».
L’avvocato che assiste Veronica, nipote di Liliana Resinovich, al Messaggero ha spiegato: «Dopo il deposito della consulenza medico legale non ci sono stati notificati altri atti irripetibili».
Ovvero non sono stati effettuati ulteriori esami per cui fosse necessario convocare indagati o parti offese. Ora, si sta cercando di far luce anche su un filo di un maglione giallo, un «pelo/ fibra di colore chiaro, giallo, di lunghezza di circa 2 cm, con estremi assottigliati» trovato sul polsino sinistro della maglia della Resinovich.