Caso Luca Morisi, la ricostruzione dei fatti e il racconto del ragazzo rumeno
Caso Luca Morisi, la ricostruzione dei fatti e il racconto del ragazzo rumeno, i verbali e le dichiarazioni che incastrerebbero l’ex social media manager della Lega
Si inizia a fare chiarezza sul caso di droga che ha coinvolto il social media manager della Lega. Secondo il ragazzo rumeno, Petre 20 anni, a chiamare i carabinieri è stato lui stesso dopo essere uscito da casa di Morisi. Le sue dichiarazioni raccolte dal Corriere della Sera, parlano di un malore causato dall’uso di droga. Dopo aver chiamato il 112, Petre avrebbe subito ammesso il possesso della ghb, la droga dello stupro.
Quindi non c’è stato alcun controllo casuale come era stato detto fino ad ora e l’anomalia sarebbe rilevata anche dal fatto che di questo racconto non ci sarebbe traccia nei verbali, non si parla, informa sempre il Corriere della Sera, nemmeno della provenienza della bottiglia, ma solo che “verrà inviato al laboratorio per le successive analisi”.
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Successivamente viene fatta la perquisizione a casa di Morisi, dove è stata rilevata una quantità minima di cocaina, definita per uso personale, ma sulla bottiglia di ghb Morisi tiene a precisare di non esserne a conoscenza e che non è stato lui a cederla al rumeno. Per questo motivo, Morisi ha chiesto di essere interrogato per spiegare la sua posizione nell’intera vicenda.
Fabio Pinelli, il legale di Morisi, ha dichiarato: «Vogliamo chiarire tutti gli aspetti della vicenda, ribadendo la piena convinzione della irrilevanza penale della condotta di Morisi il quale non ha mai posseduto il flacone contenente il liquido oggetto di accertamenti».
Gli inquirenti, dunque, dovranno indagare per capire l’origine della bottiglia di droga e inoltre, capire se effettivamente vi era in casa un quarto uomo, un 50enne, di cui i vicini di Morisi hanno parlato, ma che non viene citato negli atti processuali e che attualmente non risulta indagato.
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