Caso Ferragni, parla una ex dipendente: “A Chiara i soldi piaceva guadagnarli. Un po’ meno spenderli”.

L’ennesima bomba circa il caso Ferragni sganciata da una ex dipendente dell’imprenditrice. Il racconto viene svelato da Selvaggia Lucarelli e raccontato dalla giornalista Charlotte Matteini

“Il vaso di Pandoro”, il libro che racconta le torbide vicende di casa ”Ferragnez”, continua a sollevare dubbi e polemiche circa la buona fede di Chiara Ferragni sul caso  Balocco.

”La finta beneficenza” di cui si parla da mesi viene scritta nero su bianco da Selvaggia Lucarelli e raccontata, giorno dopo giorno, da giornalisti e addetti ai lavori che provano a fare chiarezza dissipando qualche dubbio sulla vicenda.

Protagonista nelle ultime ore è Charlotte Matteini, una giornalista che racconta uno dei tanti aneddoti tratti da “Il vaso di pandoro” in cui una ex dipendente di Chiara Ferragni avrebbe “cantato” smascherando la gestione aziendale del manager e braccio destro dell’imprenditrice digitale, Fabio Maria D’Amato.

Stando a quanto racconta Giulia, ex dipendente entrata a TBS in qualità di stagista a 300 euro mensili per un anno che avrebbe poi proseguito nell’azienda di Chiara Ferragni lavorando a partita iva con un contratto di 1500 euro mensili, D’Amato sarebbe stato a capo dell’intera gestione dipendenti. Proprio da lui Giulia avrebbe infatti ricevuto un’ulteriore offerta di 1600 euro da dipendente interna escluse spese

Giulia avrebbe voluto riflettere per valutare i vantaggi – o svantaggi – dell’offerta di D’Amato ma dopo 12 ore il posto viene già assegnato e durante un colloquio con lo stesso manager a Giulia viene detto che quel posto sarebbe stata la sua unica occasione poiché “post Covid e post gravidanza nessuno le avrebbe offerto di meglio”.

Questo quanto si apprende dal racconto. Ma Chiara Ferragni quanto era a conoscenza delle vicende intercorse tra D’Amato e i dipendenti TBS? L’imprenditrice non sarebbe stata mai resa partecipe, addirittura non conosceva nemmeno i nomi dei suoi dipendenti – si dice – ma poi arriva bomba!

Al racconto Giulia aggiunge: “A Chiara Ferragni piacciono i soldi. A lei piace guadagnare ma un po’ mano spendere”. Frase che fa storcere il naso e che farebbe capire perché i numeri – altissimi – dei guadagni (una marca di yogurt avrebbe addirittura pagato Chiara Ferragni 600 mila euro per uno slot di Instagram stories) fossero inversamente proporzionali a quelli degli stipendi: “poco dignitosi e non adeguati ai ruoli e alla mole di lavoro giornaliera dell’azienda”.

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