Caso Denise Pipitone, la pm Angioni indagata per “false dichiarazioni”

Caso Denise Pipitone, la pm Maria Angioni è stata sentita in procura dopo le sue esternazioni, ma non essendoci riscontri è stata indagata per “false dichiarazioni”

Nelle scorse settimane abbiamo assistito ad una serie di svolte o presunte tali sul caso della scomparsa della piccola Denise Pipitone. Si era partiti con una serie di segnalazioni come la ragazza russa che cercava la sua madre biologica, fino ad arrivare alla pista rom, in cui Denise sarebbe viva. Ma le notizie che hanno scosso i media e non solo, sono quelle diffuse dalla pm Maria Angioni, che aveva affermato di essere certa del fatto che Denise è viva, sta bene e ha una famiglia.

Tuttavia le dichiarazioni dell’ex magistrato di Marsala, ora giudice del lavoro a Sassari, hanno creato un vero e proprio terremoto, che ha spinto gli inquirenti a fare maggiore chiarezza, tant’è che Maria Angioni, lo scorso 4 giugno, è stata raggiunta da una informazione di garanzia e ieri, martedì 22 giugno, è stata interrogata.

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Secondo quanto riporta il Corriere della Sera “le circostanze riferite dall’ex pm non hanno trovato riscontro: da qui l’incriminazione per false dichiarazioni” Nel corso dell’interrogatorio, però, Maria Angioni, non è tornata sui suoi passi, ma ha fortemente ribadito il suo convincimento, nonostante vi siano dei passaggi contestati.

Uno di questi passaggi sulla ricostruzione dei fatti proposti dalla Angioni riguarderebbe la scansione temporale dell’attività “con cui venne deciso di piazzare delle telecamere per monitorare i luoghi della scomparsa di Denise, alla luce di alcune presunte discrepanze tra i ricordi del magistrato e gli atti giudiziari di allora”.

Più volte, Maria Angioni, soprattutto in televisione, ha parlato di presunti ostacoli alle indagini, adducendo l’esistenza di “complici dei rapitori che puntualmente avrebbero avvertito gli indagati delle mosse degli inquirenti”. Tuttavia, proprio su queste dichiarazioni gli inquirenti non hanno trovato riscontri.