Billionaire, chiuse le indagini sul focolaio della scorsa estate: “Epidemia colposa”

Si sono concluse le indagini sul locale di Porto Cervo

La scorsa estate, la Sardegna ha vissuto un picco dei contagi con la riapertura delle discoteche. Nell’occhio del ciclone entrò anche il Billionaire.

Il locale di Porto Cervo, di proprietà di Flavio Briatore la scorsa estate divenne un vero e proprio focolaio per la diffusione da Covid.

Nelle ultime ore si sono concluse le indagini condotte dalla procura di Tempio Pausania e si parla di ipotesi di reato di Epidemia colposa.

Ai gestori di altri noti locali della Costa Smeralda, il Phi Beach di Baja Sardinia o il Country Club di Porto Rotondo, è stato contestato invece il reato di lesioni colpose.

Secondo i Pm sardi il locale di Briatore non avrebbe rispettato tutte le regole e le misure di distanziamento sociale.

La scorsa estate ben 58 dipendenti risultarono infatti positivi mentre al Country Club o al Phi Beach viene contestata la mancata diffusione di mascherine e dispositivi di protezione.

Ad agosto 2020 i locali della Sardegna tornato ad aprire e ci fu un vero e proprio picchi dei contagi con lo stesso Flavio Briatore che poi risultò positivo e discusse anche con il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda.

Tra le prime dichiarazioni quella di Antonella Cuccureddu che difende il rappresentante legale del Billionaire: “Si tratta di contestazioni inaspettate sia perché i fatti descritti non corrispondono a quelli realmente accaduti, sia perché gli stessi sono stati ricondotti al reato di epidemia colposa, che si ha quando una persona diffonde germi patogeni – dice  al Messaggero – La contestazione di epidemia in un contesto di pandemia, cioè di circolazione del virus in più continenti ed ancor più in un ambito territoriale, l’Italia, in cui essa aveva massima diffusione, appare singolare così come leggere che una persona abbia potuto diffondere il virus omettendo di fare qualcosa”.

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