Beppe Alfano, il ricordo a trent’anni dall’omicidio per mano mafiosa

Beppe Alfano, il ricordo a trent'anni dall'omicidio per mano mafiosa

Beppe Alfano, il ricordo a trent’anni dall’omicidio per mano mafiosa. La sua morte ancora non del tutto chiarita

Sono trascorsi trent’anni dall’omicidio per mano mafiosa di Beppe Alfano, un giornalista siciliano, sulla cui morte ancora non sono stati chiariti i dettagli e i mandanti. Sicuramente la sua morte è legata all’attività giornalistica. Fu corrispondente del quotidiano La Sicilia di Catania, su cui scrisse articoli in cui fece emergere scandali legati ad appalti irregolari, al traffico di stupefacenti e di armi, intrecci tra mafia, amministrazioni locali e massoneria.

La notte dell’8 gennaio 1993 intorno alle 22:00, fu colpito da tre proiettili calibro 22 mentre era fermo alla guida della sua Renault 9 amaranto in via Marconi a Barcellona Pozzo di Gotto. Alla morte seguì un lungo processo, tuttora non concluso, che condannò un boss locale, Giuseppe Gullotti, all’ergastolo per aver organizzato l’omicidio, lasciando ancora ignoti i veri mandanti e le circostanze che provocarono l’ordine di morte nei suoi confronti.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha così ricordato: «Nel trentesimo anniversario dell’uccisione di Giuseppe Aldo Felice Alfano, mi unisco al cordoglio dei familiari, ricordando il suo inestimabile impegno civico. Beppe Alfano fu vittima di un vile attentato di matrice mafiosa mentre era alla guida della sua auto: un evento tragico che sconvolse la Città di Barcellona Pozzo di Gotto. I valori di legalità e giustizia, fondamento del nostro sistema democratico, a cui Alfano si ispirava nello svolgimento della sua attività, non furono scalfiti da un delitto così spregevole.
Con le sue inchieste Beppe Alfano narrava una realtà complessa, con l’obiettivo di svelarne le verità contro ogni forma di connivenza e corruzione.
La lotta alla criminalità organizzata era per lui un impegno da perseguire con dedizione, all’insegna di una società libera dalla sopraffazione.
Una dedizione che è rimasta impressa nella memoria collettiva: la sua immagine rappresenta un modello per le generazioni di ogni tempo.
Il contrasto alle mafie è una responsabilità comune. Il contributo di ciascuno è elemento imprescindibile per una effettiva cultura della legalità che sia esperienza e dovere sociale. La Repubblica rende omaggio alla sua memoria».

I suoi familiari, nel suo nome, fanno parte dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia. In particolare, la figlia Sonia è molto impegnata nel preservare la memoria del padre e i diritti delle vittime della mafia, oltre che nel condurre un’intensa attività informativa relativamente alla criminalità organizzata.

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Oggi la famiglia ricorderà il giornalista a Palermo, con una messa che si terrà presso la Chiesa di San Francesco di Paola, alle 18.30. A Barcellona Pozzo di Gotto, città natale di Beppe, è in programma un’altra messa promossa dal Comune.

Frequentò la Facoltà di Economia e Commercio all’Università degli Studi di Messina dove conobbe Mimma Barbaro, sua futura moglie. Dopo la morte del padre lascia gli studi e si trasferisce a Cavedine, vicino a Trento, trovando lavoro come insegnante di educazione tecnica alle scuole medie e ritornando in Sicilia nel 1976 per insegnare presso la scuola media del comune di Terme Vigliatore.

Appassionato di giornalismo e militante di destra sociale, Alfano comincia a collaborare con alcune radio provinciali, con l’emittente locale Radio Tele Mediterraneo ed è corrispondente de La Sicilia di Catania. Divenne il “motore giornalistico” di due televisioni locali della zona di Barcellona Pozzo di Gotto, Canale 10 e poi Tele News, questa ultima di proprietà di Antonino Mazza, anch’egli ucciso dalla mafia.

Non fu direttore responsabile di queste testate in quanto mai fu iscritto, in vita, all’albo dei giornalisti, il tesserino gli fu consegnato post mortem, per una sua posizione di protesta contro l’esistenza stessa dell’albo medesimo.

Fonte immagine: https://twitter.com/antimafia2000/status/1612085429360107527/photo/1

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