Bebe Vio risponde a Vannacci: “classi separate per i disabili? Insieme si cresce di più»

Bebe Vio risponde a Vannacci: "classi separate per i disabili? Insieme si cresce di più»

Bebe Vio risponde a Vannacci che aveva parlato di classi separate per i disabili: “classi separate per i disabili? Insieme si cresce di più»

Nei giorni scorsi hanno fatto molto discutere le parole del generale Vannacci, candidato da Salvini alle Europee, sulla costituzione di classi separate per gli studenti disabili. Aveva detto Vannacci: “Credo che delle classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare”, “Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico”.

In una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bebe Vio ha in qualche modo replicato a Vannacci. Ha detto la campionessa di scherma: «Siamo stati il primo Paese al mondo a eliminare le classi separate fra chi ha una condizione di disabilità e chi non la ha, perché tornare indietro? Mi sembra una cosa senza senso».

Poi aggiunge: «A me sembra paradossale che si possa anche solo pensare una cosa del genere. Abbiamo iniziato l’inclusione a scuola, ora qualcuno propone di dividerci ancora e fare passi indietro anche culturalmente».

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Sulla sua esperienza personale, dice Bebe Vio: «È stato molto importante avere i miei compagni vicino». Poi aggiunge: «Stare insieme a compagne e compagni che avevano qualche condizione di disabilità fin da quando ero piccola mi è servito a crescere e questo vale anche per loro. In particolare, a me ha aiutato a entrare con molta più facilità nel mondo della disabilità, perché la conoscevo».

La campionessa, parlando della diversità come valore aggiunto che unisce e non divide, conclude: «Una società buona deve essere una società inclusiva, non che divide. Se si è insieme, possiamo ognuno essere utile e di aiuto per gli altri».

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