Aumenti in busta paga, ecco come funzionano in base a quanto stabilito dall’ultimo Consiglio dei Ministri
Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, svoltosi lo scorso Primo Maggio, sono stati stabiliti i nuovi criteri per gli aumenti in busta paga, che passano attraverso il taglio del cuneo fiscale, ovvero la differenza che si deve al fisco e ai contributi tra il salario lordo pagato dalle imprese e il netto che arriva nelle tasche del lavoratore. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore, il cuneo fiscale “nel 2022 il cuneo fiscale italiano è stato pari al 45,9% contro una media Ocse del 34,6%”.
“Circa 4 miliardi di euro vengono destinati, nel periodo compreso tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2023 (senza ulteriori effetti sulla tredicesima), all’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio. Lo sgravio contributivo, tutto a beneficio dei lavoratori, viene quindi elevato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25 mila euro mentre viene innalzato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35 mila. L’aumento nella busta paga dei dipendenti viene stimato, nel periodo luglio-dicembre, fino a 100 euro mensili di media”.
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